Eccellenze Italiane. Vincenzo Mollica all’Auditorium della Musica di Roma
Roma, Auditorium della Musica, domani sera, giovedì 11 Gennaio. Un appuntamento imperdibile con il giornalista Vincenzo Mollica che porta in scena sé stesso con uno spettacolo bellissimo e avvolgente, dal titolo "L'arte di non vedere".
di Pino Nano
Mercoledì 10 Gennaio 2024
Roma - 10 gen 2024 (Prima Notizia 24)
Roma, Auditorium della Musica, domani sera, giovedì 11 Gennaio. Un appuntamento imperdibile con il giornalista Vincenzo Mollica che porta in scena sé stesso con uno spettacolo bellissimo e avvolgente, dal titolo "L'arte di non vedere".

All’Auditorium della Musica Vincenzo Mollica racconterà di tutto e di più, soprattutto i suoi incontri privati e personali con le star del calibro di Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Pedro Almodovar, Robert De Niro, Stevie Wonder, lo scrittore Borges, gli aneddoti della Mostra del Cinema di Venezia con Gina Lollobrigida, Franco Battiato,  Roberto Benigni, Adriano Celentano, Fiorello, le sue lunghe chiacchierate con Alda Merini e Lucio Dalla, una vita divisa tra i festival italiani e gli awards hollywoodiani.

Sceglie dunque il linguaggio diretto, e quasi intimo, del teatro Vincenzo Mollica, uno dei giornalisti italiani più conosciuti e più amati dal grande pubblico, per raccontare i suoi primi 70 anni di vita, o meglio i suoi primi 50 anni di successi e di incontri internazionali che hanno fatto di lui una icona del mondo dello spettacolo e del giornalismo televisivo.

Un mondo fatato questo di Vincenzo, fatto di immagini e di parole infinite, di emozioni e di sensazioni, di ricordi e di dettagli, di uomini e di cose, di conflitti e di riappacificazioni, le mani che sventolano davanti alla telecamera per un Parkinson avanzato, ma lui sorride e va avanti, dolcissimo e tenero come un bimbo, con questo suo faccione che trasuda di grande umanità, che sa ancora lasciarti di stucco per le cose che dice, una favola senza tempo che da grande “paroliere” Vincenzo ha spesso tradotto in saggi e libri di grande successo popolare.

Eternamente Mollica, meravigliosamente Vincenzo Mollica, che alla soglia dei suoi 71 anni decide di fare “coming out”, e per farlo sceglie le tavole del teatro più esclusivo di Roma capitale, l’Auditorium della musica. L’alternativa poteva essere soltanto il Teatro Ariston di Sanremo da dove Vincenzo ha raccontato non solo il Festival e quindi mezzo secolo di musica italiana, ma anche 40 anni di storia e di costume.

Una “vita straordinaria” la sua che diventa ora uno spettacolo teatrale unico al mondo, per la prima volta raccontata in parole e immagini in questo auditorium così solenne dove per una notte alle sue spalle verranno proiettate e riproposte sequenze storiche del grande repertorio Rai.

A insegnargli i primi segreti del mestiere è il grande e indimenticabile Enzo Biagi, che lo chiama a “Linea diretta” il suo programma su RAIUNO, e questo non fa che favorire non solo la sua crescita professionale, ma anche il carisma delle sue dirette e delle sue interviste ai grandi personaggi del tempo.

Nessuno come lui, nessuno più di lui, nessuno quanto lui. Neanche il mitico Lello Bersani, che ha tanto accompagnato la mia infanzia, quando in TV andava in onda un solo telegiornale e Lello Bersani era il solo cronista che allora si occupasse di spettacolo e di musica. Vincenzo Mollica sarà poi il suo erede naturale al TG1, e come spesso accade l’allievo supera il maestro. E di gran lunga.

Narratore per eccellenza del mondo dello spettacolo italiano e non solo, volto tra i più autorevoli del Tg1, cronista e inviato speciale che ha raccontato per decenni il cinema, la musica e la tv intervistando i più grandi personaggi di questo mondo, Vincenzo Mollica questa volta si ferma davvero, si siede davanti al suo pubblico di sempre e racconta sé stesso.

Un monologo, o meglio forse, una vera e propria confessione intima, una seduta psicanalitica aperta sul mondo, in cui il grande giornalista televisivo svelerà, in compagnia di straordinari ospiti a sorpresa, aneddoti ed eccezionali “dietro le quinte” su una marea infinita di personaggi che negli anni ha avuto il privilegio di intervistare e raccontare.

Vincenzo è un fiume in piena, dovunque lo invitano è straripante, di ogni frammento della sua vita di cronista ricorda uomini cose e dettagli sepolti dal tempo, e lo fa con una precisione ed una dolcezza da lasciare interdetti. Accade soprattutto nel salotto di Mara Venier quando incomincia a raccontare il suo primo incontro con Giorgio Gaber.

Sono debitore a Gaber. Quest’anno ho fatto 70 anni di vita, sono 50 anni che sto con mia moglie Rosa Maria e lo devo a Giorgio Gaber. Io avevo un vespino arancione, studiavo alla Cattolica dove studiava lei. Una sera c’era uno spettacolo di Gaber, ci andai con Rosa Maria e quel concerto fu galeotto. Ci siamo innamorati e da allora per 50 anni, non ci siamo più lasciati”. Poi è nata Caterina, era il 1977, e quando ho intervistato Giorgio gliel’ho detto: ‘Sai, io e Rosa Maria ci siamo innamorati grazie alla passione per le tue canzoni. Giorgio mi ha risposto,” Si vede che le mie canzoni sono servite a qualcosa”.

Solo l’antologia curata un anno fa da Rai Teche per il suo settantesimo compleanno raccoglie alcune delle sue interviste più belle, da Sergio Leone a Fabrizio De Andrè, da Massimo Troisi a Lucio Dalla, da Franco Battiato a Raffaella Carrà, da Francesco Guccini a Paolo Conte, da Gianna Nannini a Federico Fellini, e poi ancora Vasco Rossi, Renato Zero, Pupi Avati, Laura Pausini, Andrea Camilleri e un indimenticabile Rino Gaetano.

Uno dei personaggi che più ha amato Vincenzo Mollica è stato Maurizio Costanzo che su Panorama del 24 giugno 2004 lo raccontava in questo modo: "Ci sono professionisti della televisione i quali, senza sentirsi obbligati a rincorrere Telegatti, costruiscono, servizio dopo servizio, una carriera che ha dell'eccellente. Parlo di Vincenzo Mollica che da più di venti anni si occupa di cinema, fumetti, letteratura e dello spettacolo in genere. Lo fa con una umiltà e una competenza da portare come esempio alle nuove generazioni. Non a caso Federico Fellini lo aveva eletto suo intervistatore preferito. Ma non vedrete mai un atteggiamento di Mollica, in video o fuori dalle telecamere, che lasci supporre la benchè minima alterigia, presunzione, consapevolezza di essere nello specifico il migliore. Nei fumetti credo che siano pochi a saperne quanto lui.".

È molto raro che un giornalista della televisione possa passare alla storia, ma un giorno questo certamente accadrà con Vincenzo Mollica. Perché lui è, non solo la storia della RAI e del mondo dello spettacolo e del cinema in generale, ma è la storia di questo Paese. Lui è un pezzo della Repubblica, è uno di quegli amici che tutti vorrebbero avere accanto nei momenti peggiori della loro vita, lui è il padre che ogni figlio vorrebbe poter avere accanto, ma lui soprattutto è il più grande poeta visionario che io abbia mai conosciuto in RAI. Una leggenda.


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