Roma: associazione Lucha y Siesta assolta da accusa di occupazione
"Atto dovuto, ma non scontato".
(Prima Notizia 24)
Lunedì 22 Gennaio 2024
Roma - 22 gen 2024 (Prima Notizia 24)
"Atto dovuto, ma non scontato".
"Oggi si è concluso il processo ai danni dell’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta. Un’assoluzione dovuta, come il ritiro della costituzione di parte civile di Atac spa e Comune di Roma, ma non scontata in un paese dove la giustizia rischia di perdersi in percorsi lunghi e contorti.

Una giustizia cieca, che mette sul banco degli imputati chi costruisce spazi di partecipazione e democrazia contro la violenza di genere e si dimostra spesso clemente con chi la violenza la agisce.

Una giustizia maschile e patriarcale da cui dobbiamo difenderci per non subire ancora; una giustizia che in alcune occasioni intende riparare l’irreparabile e che troppo raramente apre gli occhi, come oggi, restituendo cioè che per troppo tempo ha tentato di toglierci: respiro, forza e potenza nell’agire. Prendere respiro, costruire forza e agire potenza in uno spazio che da tempo ha già superato sé stesso per costruire libertà e autodeterminazione. Una giustizia che si accorge ora che non è stato commesso alcun reato in tutto questo".

E' quanto fa sapere l'associazione Lucha y Siesta.

"Siamo felici, siamo gioiosi e siamo ancora furiosi. Per troppo tempo questo assurdo processo ha occupato il nostro pensiero e preoccupato il vivere quotidiano di tutta la rete transfemminista che Lucha y Siesta è e rappresenta, e che oggi ringraziamo per esserci stata sempre.

Quindi oggi ci liberiamo ancora una volta dalla violenza di un potere che sentiamo cedere sotto i nostri passi e che continueremo a combattere anche nel confronto sul futuro di Lucha y Siesta.

La Regione Lazio, proprietaria dell’immobile, dovrà mettere via l’atteggiamento carico di pregiudizi che ha finora dimostrato di avere con la revoca della Convenzione tra Regione e Casa delle donne Lucha y Siesta, l’unico strumento valido perché costruito insieme all’istituzione stessa.

Poco importa dei cambi di presidenti in Regione, Lucha y Siesta deve continuare a vivere in via Lucio Sestio 10, perché lì è la sua prima casa. Qui nessuno è solo perché Lucha siamo tutti", conclude l'associazione.

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