Rigopiano: la sentenza della Cassazione slitta al 3 dicembre

I giudici dovranno decidere sulle richieste avanzate dal sostituto procuratore generale.

(Prima Notizia 24)
Giovedì 28 Novembre 2024
Pescara - 28 nov 2024 (Prima Notizia 24)

I giudici dovranno decidere sulle richieste avanzate dal sostituto procuratore generale.

E' stata rinviata al prossimo 3 dicembre la sentenza della Corte di Cassazione per il processo legato alla strage di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio 2017, in cui 29 persone morirono travolte dalla valanga che distrusse l'hotel nell'omonima frazione di Farindola (Pe).

Dopo aver sentito gli interventi degli avvocati difensori, i giudici della sesta sezione hanno deciso di far slittare la sentenza alla prossima settimana, data la "complessità del processo" e il numero di posizioni da esaminare.

La sentenza, su cui grava lo spettro della prescrizione per alcune accuse, è molto attesa dai familiari delle vittime, presenti stamani in Cassazione.

I giudici dovranno pronunciarsi sulle richieste presentate dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Riccardi.

Nello specifico, Riccardi ha chiesto la celebrazione di un appello bis per l'ex Prefetto di Pescara, Francesco Provolo, condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione con le accuse di rifiuto di atti d'ufficio e falso, per valutare anche le accuse di concorso in omicidio colposo, in lesioni colpose e in depistaggio, per cui è stato assolto in Appello.

Il procuratore ha anche chiesto di annullare le assoluzioni di altri 6 imputati, rappresentanti della Protezione Civile abruzzese, nonché di confermare le condanne per i dirigenti della Provincia Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio (entrambi condannati a 3 anni e quattro mesi), l'ex gestore dell'hotel Bruno Di Tommaso (6 mesi), l'ex Sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e il tecnico comunale Enrico Colangeli (condannati a 2 anni e 8 mesi).

Il difensore di Provolo, Giandomenico Caiazza, ha dichiarato in Aula che "sul nesso causale tra la convocazione, diamolo per scontato, non corretta dell'Organismo (il centro di coordinamento soccorsi ndr) e l'evento tragico, non c'è nessun elemento che faccia propendere per questa ipotesi perché l'indisponibilità della turbina non è stata mai comunicata dalla Provincia alla Prefettura di Pescara".

Queste parole sono arrivate dopo che ieri Riccardi aveva detto che nel giorno della tragedia "il pericolo valanghe era forte, livello 4, e venne comunicato alla prefettura. Non c'era un vero allarme rosso ma sussisteva un pericolo forte che rendeva necessario istituire il Ccs e la sala operativa, che avrebbe reso possibile approntare misure, come la chiusura di strade e l'invio dell'esercito come poi è stato fatto".

Il presidente del Comitato vittime, Gianluca Tada, ha detto che "il prefetto Provolo era la massima autorità sul territorio, poteva fare qualcosa e non l'ha fatto. Ha fatto un danno non solo al ministero, ma a tutti gli italiani. Siamo stati sempre convinti delle sue responsabilità. La requisitoria del procuratore generale in Cassazione non fa che confermare le nostre convinzioni. Ora, però, c'è la scure della prescrizione. Cerchiamo di salvare il salvabile".


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