Per il 2024, il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, si aspetta conferme e sorprese.
A generare le maggiori aspettative sono le Paralimpiadi di Parigi che, dopo Londra 2012, saranno i Giochi della "consacrazione", che confermeranno "l'importanza del mondo paralimpico nella diffusione di un'idea di sport universale".
Il nuovo anno, per Pancalli, è l'occasione per fare un bilancio e, soprattutto, concentrarsi su un evento che può cambiare il futuro dello sport paralimpico.
"Ad aiutarci - dice il numero uno del Cip - sarà proprio il ritorno dopo tanti anni in Europa, un fattore che renderà più facile seguire i nostri atleti, soprattutto grazie alla decisione della Rai di trasmettere per la prima volta i Giochi sul canale generalista, con Raidue rete paralimpica, e non su quello esclusivamente dedicato allo sport. Entreremo con più efficacia nelle case degli italiani e questo sarà un'ulteriore spinta per il mondo paralimpico".
Al centro della mission c'è l'idea di universalità: "Lo sport per tutti e di tutti. E' su questo che va costruita l'idea del futuro per quanto riguarda le politiche sportive dell'Unione europea, alla ricerca di strada unica che metta insieme i Paesi membri".
Bisogna leggere in questo senso anche "la scelta politica della Cerimonia di apertura di Parigi 2024: uscire dallo stadio e penetrare nelle strade significa celebrare lo sport nella sua declinazione più alta, quella che abbraccia le comunità e il territorio".
Per quanto riguarda le medaglie, Pancalli resta scaramantico: l'obiettivo primario, dice, è "avere il maggior numero di sempre di atleti qualificati alla Paralimpiade. Sono moderatamente ottimista. Poi da un lato mi aspetto conferme dai nostri grandi atleti che già hanno ottenuto risultati straordinari nel nuoto, nell'atletica, nella scherma, nel tiro con l'arco. Parliamo di oltre 300 medaglie nel 2023 ottenute a Mondiali ed Europei. Dall'altro, abbiamo Federazioni che stanno lavorando molto bene e che potrebbero ottenere risultati importanti".
A fare da esempio è la nazionale femminile di sitting volley, la prima squadra italiana ad aver ottenuto la qualificazione per Parigi: "E' un risultato straordinario, che premia una Federazione che ci ha creduto e ha saputo tenere insieme pezzi di 'mondi' diversi, non tralasciando l'attenzione sugli ultimi arrivati. Anche il triathlon e la pesistica stanno lavorando bene".
Si spera anche per la Nazionale maschile di basket in carrozzina, che a breve scenderà in campo per centrare l'obiettivo qualificazione.
Ai grossi risultati, Pancalli affianca la "politica sportiva che si occupa di tutto il resto e di cui vado orgoglioso". Impegno che ha portato ad organizzare "campus paralimpici estivi e invernali per promuovere lo sport tra i più piccoli". "Dobbiamo coniugare gli obiettivi dei campioni e le speranze dei ragazzi che hanno disabilità, senza mai dimenticare di essere coerenti con la nostra mission: fare risultati ma contagiare il Paese e renderlo migliore. In questo prendo in prestito le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ci ha riconosciuto come una sorta di avanposto in questa rivoluzione culturale e silenziosa. Ci ha incitato ad andare avanti affinché lo sport sia sempre di più un diritto esigibile da tutti", prosegue Pancalli.
E sempre riferendosi a Mattarella, continua: "Molti, secondo me sbagliando, hanno salutato positivamente il suo riconoscimento costituzionale. In realtà non è stato declamato alcun diritto: nell'articolo 33 è stato solo sottolineato il valore dello sport come strumento formativo, pedagogico, di benessere psico-fisico. Tutte questioni importanti, ma manca ancora il riconoscimento del valore culturale e del diritto per ciascun cittadino".
Intanto, si fanno sempre più vicine altre Paralimpiadi, quelle invernali di Milano Cortina 2026, che per Pancalli "saranno un'occasione strategica perché giochiamo in casa, e siamo consapevoli che saranno soprattutto l'evento su cui costruire il nostro futuro. Siamo già proiettati lì".
"L'Italia organizzerà la più bella Paralimpiade di sempre, ma non sono così convinto che saremo altrettanto capaci di affrontare con la celerità che serve il tema dell'accessibilità alle strutture turistiche e ricettive", dice ancora Pancalli, per poi aggiungere che il Cip sta portando avanti "sforzi sulla sensibilizzazione, ma sono preoccupato perché siamo un po' indietro. Tuttavia, abbiamo ancora degli anni davanti" e sono lavori spesso "semplicissimi, che possono trasformare delle strutture da inaccessibili ad accessibili. Gli enti locali e chi gestisce le strutture alberghiere devono capire che arriveranno tante persone, non solo sportivi, ma anche turisti e clienti che pagano, con esigenze diverse. Il lavoro fatto insieme alla Fondazione Milano Cortina può essere una delle più grandi legacy che lasceremo".
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