Milano, Meta: chiuse indagini per evasione fiscale, inquirenti contestano Iva omessa per circa 900 mln

Portavoce Meta: "Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva".

(Prima Notizia 24)
Lunedì 09 Dicembre 2024
Milano - 09 dic 2024 (Prima Notizia 24)

Portavoce Meta: "Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva".

I rappresentanti legali di Meta Platforms Ireland Limited, società del Gruppo Meta a cui fanno capo i social media Facebook, WhatsApp e Instagram, hanno ricevuto dalla Procura di Milano la notifica di conclusione indagini preliminari per frode fiscale, in merito ad un'omessa dichiarazione di redditi pari a oltre 3,5 miliardi di euro tra il 2015 e il il 2021 e ad un'evasione dell'Iva per più di 887 milioni di euro.

Le indagini erano partite più di un anno e mezzo fa sotto il coordinamento dei pm Giovanni Polizzi e Cristian Barilli e del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano, avrebbero appurato come Meta “acquisisca e gestisca, per scopi commerciali, dati, informazioni personali e interazioni sulle piattaforme di ciascun iscritto” per “consentire agli utenti l’utilizzo” gratuito “del proprio software e dei correlati servizi digitali”, ha riferito il Procuratore di Milano, Marcello Viola.

Un “rapporto” che per gli inquirenti dovrebbe essere assoggettato a regimi Iva, perché compreso nella “cornice normativa” della “operazione permutativa”.

Secondo quanto riferisce la Procura milanese, la “natura non gratuita dei servizi offerti di Meta“, ma bensì "pagata" con i dati personali degli utenti era già stata evidenziata “dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato“, dal “Tar Lazio” e dal “Consiglio di Stato” e avrebbe avuto “riscontro” nelle “attività ispettive” condotte dalla Guardia di Finanza, dall'Agenzia delle Entrate e dalle “risultanze” dell’indagine penale, mostrando la “convergenza sul punto” delle “diverse articolazioni dello Stato”. I pm contestano ai rappresentanti legali di Meta l'omessa dichiarazione dell’Iva.

“Abbiamo collaborato pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale e continueremo a farlo. Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo. Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva“, ha fatto sapere un portavoce di Meta.


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