Ex Ilva, Urso: "Siamo in un momento decisivo, nessun impegno è stato mantenuto"
"Le condizioni di Arcelor Mittal non sono accettabili".
(Prima Notizia 24)
Giovedì 11 Gennaio 2024
Roma - 11 gen 2024 (Prima Notizia 24)
"Le condizioni di Arcelor Mittal non sono accettabili".
Quello dell'ex Ilva di Taranto "è un asse strategico. Siamo in un momento decisivo che richiama tutti alla massima responsabilità. Le rappresentanza sindacali conoscono l’esigenza di un intervento drastico. Gli impianti in 60 anni hanno segnato l’epopea della siderurgia italiana. Agli abitanti del quartiere Tamburi va il nostro pensiero".

Lo ha detto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante l'informativa al Senato.

“Gli impianti siderurgici dell’ex Ilva di Taranto, con i suoi stabilimenti anche in Liguria, hanno segnato in oltre 60 anni la storia”, inoltre “l’impianto è in una situazione di grave crisi: nel 2023 la produzione si attesterà a meno di 3 milioni di tonnellate, come nel 2022, ben sotto l’obiettivo minimo che avrebbe dovuto essere nel 2023 di 4 milioni, per poi quest’anno risalire a 5 milioni. Nulla di quello che era stato programmato è stato realizzato. Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto in merito ai livelli occupazionali e al rilancio industriale”, ha detto Urso.

“Avevo il dovere di chiarire il contesto, perché dobbiamo definire finalmente una politica industriale duratura nel tempo, ma ho anche il dovere di chiarire perché siamo arrivati a questo punto”, ha continuato il Ministro.

“Il socio privato dinanzi alla richiesta di impegno finanziario pro quota ha detto con estrema chiarezza nell’incontro di lunedì scorso a Palazzo Chigi che non ha intenzione di immettere alcuna risorsa persino per l’ipotesi in cui la sua quota, all’esito dell’aumento di capitale sociale da parte della sola Invitalia, dovesse scendere al 34%.

Arcelor Mittal si è dichiarata disponibile ad accettare di scendere in minoranza ma non a contribuire finanziariamente in ragione della propria quota, scaricando l’intero onere finanziario sullo Stato ma nel contempo reclamando il privilegio concesso negli originali patti tra gli azionisti realizzati quando diedero vita alla società Acciaierie d’Italia di condividere in ogni caso la governance, così da condizionare ogni ulteriore decisione. Cosa che non è accettabile, né percorribile sia nella sostanza che alla luce dei vincoli europei sugli aiuti di Stato“, ha concluso Urso.

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