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Il Consiglio di Amministrazione di Snam, presieduto da Monica de Virgiliis, ha approvato il piano strategico 2023-2027 che l’amministratore delegato Stefano Venier presenta oggi alla comunità finanziaria.
“In un contesto energetico globale che continua ad essere sfidante e volatile – ha dichiarato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam - investiremo 11,5 miliardi di euro nello sviluppo di un’infrastruttura in grado di gestire in modo sempre più flessibile una pluralità di molecole verso la neutralità carbonica del Paese. Prosegue il nostro impegno per rafforzare la sicurezza energetica, garantendo infrastrutture per forniture diversificate e sostenibili nel lungo periodo e supportando il percorso di transizione, anche attraverso progetti considerati strategici a livello europeo. Lo faremo assicurando ritorni in crescita a tutti i nostri stakeholder, con una strategia di sostenibilità ampliata, che all’impegno sul fronte delle emissioni affianca il mantenimento di altri equilibri come quello della biodiversità e della rigenerazione territoriale”.
L’obiettivo nell’arco di piano è continuare a rispondere in maniera bilanciata alle sfide del trilemma energetico attraverso un’infrastruttura che possa garantire sicurezza, sostenibilità e competitività delle forniture di energia.
In quest’ottica, l’ambition di Snam è lo sviluppo di un’infrastruttura energetica per un futuro sostenibile, attraverso il riadattamento (repurposing) e il continuo ammodernamento della rete, per accogliere in prospettiva volumi crescenti di molecole verdi.
Il piano prevede investimenti orientati ad una maggiore flessibilità del sistema energetico attraverso l’adeguato dimensionamento di una infrastruttura pan-europea multi-molecola, modulare, flessibile e innovativa, grazie alla sensoristica e all’intelligenza artificiale.
Complementare a tale direttrice, si prevede lo sviluppo della piattaforma di Energy Transition concentrata su tecnologie per la decarbonizzazione, con un ruolo strategico e abilitante della sostenibilità e dell'innovazione.
Piano 2023-2027: investimenti a 11,5 miliardi (+15% rispetto al piano precedente)
Per raggiungere questi obiettivi, il piano 2023-2027 prevede 11,5 miliardi di euro di investimenti totali (al netto dei finanziamenti pubblici pari a circa 900 milioni), con un incremento del 15% rispetto al piano 2022-2026, che si sviluppano su due direttrici principali:
· investimenti nelle infrastrutture lungo l’intera catena del valore (realizzazione della Dorsale Adriatica e delle stazioni di compressione dual fuel, potenziamento e ottimizzazione del sistema di stoccaggio e di esportazione, messa in esercizio della FSRU di Ravenna, sviluppo di GNL small-scale e ampliamento delle reti di stazioni a GNL-bioGNL e in prospettiva a idrogeno);
· contributo alla decarbonizzazione attraverso la piattaforma Energy Transition con lo sviluppo dei gas verdi (idrogeno e biometano), l’avvio del progetto per la dorsale dell’idrogeno italiana ed europea (SoutH2 Corridor), lo sviluppo dell’infrastruttura per la CCS (Carbon Capture and Storage), e l’ulteriore crescita delle attività volte a incrementare l’efficienza energetica.
Allo sviluppo sostenibile delle infrastrutture sono destinati 10,3 miliardi di euro, in particolare:
· 7,4 miliardi di euro dedicati al trasporto (rispetto ai 6,3 miliardi del precedente piano), compresi gli investimenti relativi al potenziamento della Dorsale Adriatica, la sostituzione di circa 900 km di rete, la costruzione di stazioni di compressione dual fuel, le opere di collegamento con le FSRU e gli impianti di biometano;
· 1,4 miliardi di euro (rispetto a 1,3 miliardi del precedente piano) per l’ampliamento e l’upgrade dei siti di stoccaggio;
· 1,5 miliardi di euro (rispetto a 1,4 miliardi del precedente piano) destinati al GNL, con un aumento riconducibile alla messa in esercizio della FSRU di Ravenna, al ricollocamento della FSRU di Piombino, ai relativi investimenti infrastrutturali e alla realizzazione delle infrastrutture small-scale (Panigaglia e Pignataro) nel Nord e nel Sud Italia.
Gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano a 1,2 miliardi di euro, così ripartiti:
· Biometano: 400 milioni di euro
Attraverso la controllata Bioenerys, circa 400 milioni di investimenti sono dedicati alla messa in esercizio di impianti per raggiungere una capacità complessiva di 80 MW e una produzione attesa pari a circa 135 milioni di metri cubi l’anno entro il 2027. In questo segmento di business, il Gruppo svolge un duplice ruolo: da un lato, facilita le interconnessioni degli impianti alla rete e, dall’altro, sviluppa e realizza impianti con un focus che va dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani a quello, sempre più strategico, delle materie prime agricole. Alla fine del 2023, il Gruppo già vanta una solida piattaforma di 40 impianti in esercizio con circa 41 MW di capacità di biometano e biogas, rafforzando il proprio ruolo di operatore di primo piano su scala industriale.
· CCS (Carbon Capture and Storage): 350 milioni di euro
Tra le tecnologie che nel breve e medio periodo possono risultare efficaci per raggiungere i target di decarbonizzazione, particolare rilievo è assunto dalla Carbon Capture and Storage (CCS). Allo sviluppo dell’infrastruttura per il trasporto e lo stoccaggio della CO2 si destinano circa 350 milioni di euro di investimenti nell’arco di piano, in forza del ruolo di Snam quale operatore leader in Europa nel trasporto e nello stoccaggio di molecole. A dicembre 2022 Snam ha sottoscritto un accordo con Eni per lanciare il primo progetto di CCS in Italia che nella sua fase 1, al via nei prossimi mesi, prevede la cattura della CO2 dell’impianto Eni di Casalborsetti (Ravenna) e l’iniezione in un giacimento esaurito nel mare Adriatico. Anche grazie allo sviluppo della fase 2, aperta ai soggetti industriali emettitori, il progetto Ravenna CCS è destinato a diventare il più importante nell’area del Mediterraneo, forte di giacimenti con una capacità totale di 500 milioni di tonnellate. Incluso nella più recente lista PCI (projects of common interest) pubblicata dalla Commissione Europea, Ravenna CCS consentirà di decarbonizzare entro il 2030 una porzione significativa delle industrie hard to abate in Italia.
· Idrogeno: 100 milioni di euro
Nell’orizzonte di piano, sono previsti 100 milioni di euro di investimenti nel business dell’idrogeno, di cui 20 per la fase di ingegneria del SoutH2 Corridor. Attraverso questo progetto, anch’esso incluso nella lista PCI pubblicata dalla Commissione Europea, Snam agirà come enabler dello sviluppo di un mercato dell'idrogeno a livello continentale, in partnership con altri TSO europei (TAG, GCA e bayernets). Il progetto prevede la realizzazione di una dorsale dell'idrogeno, lunga 3.300 km e in larga parte riadattata, che collegherà il Nord Africa, l'Italia, l'Austria e la Germania per fornire idrogeno rinnovabile ai cluster di domanda italiani ed europei ad un prezzo competitivo. Snam, inoltre, è coinvolta attivamente nella realizzazione di iniziative come le Hydrogen Valleys a Modena e in Puglia, le stazioni di rifornimento di idrogeno e la Gigafactory con De Nora, che contribuiranno nel prossimo futuro a rendere il sistema energetico nazionale pronto all’utilizzo dell’idrogeno.
· Efficienza energetica: 300 milioni di euro
Sull’efficienza energetica e la generazione distribuita, dove Snam opera attraverso Renovit, sono previsti circa 300 milioni di euro di investimenti nel periodo 2023-2027. Snam ha costruito un ruolo di primo piano nel settore dei servizi di efficienza energetica, sviluppando una solida base di energy performance contract e progetti di riqualificazione energetica di imprese, condomìni residenziali e pubblica amministrazione. Nell’arco di piano, si prevede di sviluppare ulteriormente il portafoglio verso clienti del settore pubblico e industriale, facendo leva sulle distintive competenze tecniche per passare da circa 2 miliardi di euro di ammontare complessivo di contratti registrati al 2022 a circa 3 miliardi di euro entro il 2027, di cui più del 60% nel settore pubblico, con commesse di lungo periodo comprese tra 7 e 12 anni.
Due le leve strategiche e abilitanti al servizio di tali direttrici: sostenibilità e innovazione.
Sostenibilità
La nuova strategia di sostenibilità di Snam adotta un approccio all-round, completamente integrato nelle operazioni del Gruppo e nella strategia aziendale, che prevede un impegno focalizzato su sette direttrici (pillars):
· Sviluppo di un’infrastruttura multi-molecola
· Transizione verde
· Neutralità carbonica
· Biodiversità e rigenerazione
· Persone
· Comunità locali
· Transformative Innovation
Sulla base di questo nuovo approccio all-round, è stata aggiornata la scorecard ESG e sono stati introdotti indicatori chiave di performance (KPI) rilevanti per misurare i progressi in tutti i pillars menzionati entro il 2027.
Con riferimento al pillar Neutralità carbonica, l’impegno di Snam per il raggiungimento dei propri target non si è mai interrotto, nonostante il contesto globale sfidante.
Sulle emissioni Scope 1 e 2, l’azienda ha come obiettivo la neutralità carbonica entro il 2040. A partire dal -8% di emissioni registrato nel 2023 sulla nuova baseline del perimetro regolato che porta a -16% la riduzione complessiva dal 2018, e del -4% sul totale di Gruppo, Snam ha fissato nuovi target nel medio termine, pari a -25% al 2027, -40% al 2030 e -50% al 2032. A questi obiettivi Snam aggiunge un nuovo impegno di lungo termine: raggiungere il net zero su tutte le emissioni (incluse quindi anche le Scope 3) entro il 2050.
Tutti gli obiettivi sono allineati con la metodologia generale di SBTi (Science Based Targets initiative). La società conferma l’impegno a presentare i propri target per la relativa certificazione non appena sarà disponibile la metodologia di riferimento adottata da SBTi.
Riguardo le emissioni di metano, nel 2023 Snam ha raggiunto il -55% rispetto al 2015 e ha fissato un target del -64% al 2027. Tali risultati hanno superato i target raccomandati dall’UNEP (United Nations Environment Programme), che ancora una volta nel 2023 ha conferito a Snam il Gold Standard.
Per quanto riguarda Biodiversità e rigenerazione, Snam si è posta l’obiettivo di generare – secondo le linee guida del framework di SBTN (Science Based Target for Nature) – un impatto sulla natura da neutrale a positivo entro il 2027.
Snam è il primo operatore infrastrutturale globale ad aver aderito al Corporate Engagement Program di SBTN e ha completato una prima analisi quantitativa sulle proprie attività operative, che ha evidenziato come l’approccio di preservazione e rigenerazione attualmente adottato per le attività di costruzione e manutenzione sia già allineato ai principi di rispetto della natura.
Innovazione
Snam persegue lo sviluppo tecnologico delle infrastrutture attraverso la digitalizzazione e l’ottimizzazione dei sistemi di gestione degli asset e dei processi industriali, con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza operativa, attraverso una maggiore digitalizzazione, l’uso dell’Intelligenza Artificiale e di tecnologie innovative per lo sviluppo di molecole decarbonizzate.
Nel campo dell'innovazione, Snam si serve di tecnologie comprovate (proven innovation) e ne sperimenta anche di nuove (open innovation). Nel primo caso, il programma SnamTEC (Tomorrow’s Energy Company) prosegue – con un investimento di circa 350 milioni di euro nel periodo di piano – su un totale di 50 progetti, che coinvolgono oltre 200 persone del Gruppo. Ad oggi, l’azienda ha digitalizzato il 100% dei processi operativi, compresa l’introduzione di sistemi di manutenzione predittiva sui turbocompressori basata sull'Intelligenza Artificiale, e ha riorganizzato il 70% dei processi operativi.
In materia di open innovation, Snam prevede investimenti per circa 50 milioni di euro, inclusi circa 10 milioni di euro di finanziamenti già assegnati. Attraverso i programmi SnamInnova e HyAccelerator, focalizzati sulla transizione energetica, dal 2021 Snam ha coinvolto oltre 400 persone del Gruppo che hanno generato più di 300 idee ed esaminato più di 2.500 startup, finanziando tra i diversi progetti un’iniziativa dedicata alla cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2 biogenica.
Infine, Snam partecipa al fondo di venture capital di CDP che investe in energie e tecnologie pulite post-seed e nel fondo Hy24 dedicato allo sviluppo dell'economia dell'idrogeno.
Associate
In linea con il piano strategico presentato lo scorso anno, si confermano: come value enhancers gli asset industriali collegati all'infrastruttura italiana, come enablers of business optionalities le associate senza collegamenti fisici con gli asset di Snam e come opportunistic asset le partecipazioni che possono favorire maggiori opportunità di valorizzazione.
Snam può, inoltre, beneficiare di una maggiore visibilità relativamente al contributo delle associate anche grazie alla positiva definizione dei quadri regolatori di DESFA e Teréga, per le quali è stato aggiornato il WACC[2] per il prossimo periodo regolatorio 2024-2027.
Per quanto riguarda TAG e GCA, prosegue il dialogo con il regolatore per neutralizzare il volume risk in conseguenza del mutato scenario dei flussi di gas all’ingresso; l’avvio del nuovo quadro regolatorio è atteso nel 2025.
Le società partecipate europee registrano anche progressi verso la transizione energetica e, nello specifico, nelle attività di hydrogen readiness delle proprie infrastrutture.
Infine, i principali progetti relativi all’idrogeno e alla CCS di Teréga, DESFA, TAG e GCA sono stati inclusi nella lista PCI, confermando il ruolo strategico del portafoglio di partecipazioni di Snam nel quadro delle infrastrutture energetiche europee.
Il contributo delle associate è previsto attestarsi a circa 320 milioni di euro al 2027, rispetto ai circa 300 milioni di euro attesi al 2023.
Target di piano al 2027[3]
Nel periodo 2023-2027 Snam prevede una crescita significativa dei principali indicatori di performance nel rispetto della solidità e flessibilità finanziarie.
Nell’orizzonte di piano si prevede una crescita media annua (CAGR) dei seguenti indicatori:
· RAB maggiore del 6%, rispetto alla previsione del piano precedente (2022-2026) che prevedeva una crescita del 5%, grazie a investimenti più elevati e al contributo del deflatore;
· EBITDA Adjusted del 7,4%, per effetto principalmente della crescita della RAB, dell'aggiornamento del WACC, dell'introduzione della regolazione ROSS[4] per il trasporto e del contributo dei business della transizione energetica. L’insieme di questi fattori contribuirà alla crescita dell’EBITDA di Gruppo atteso a circa 3,2 miliardi di euro al 2027, di cui circa 140 milioni connessi ai business della transizione energetica;
· Utile netto Adjusted in crescita del 4%, come effetto del solido contributo dell'EBITDA parzialmente bilanciato dall’incremento delle D&A e degli oneri finanziari.
Migliora la guidance sull’utile netto 2023, pari a circa 1,14 miliardi di euro, rispetto alla precedente pari almeno a 1,1 miliardi di euro, con la proiezione a fine 2027 di circa 1,33 miliardi di euro.
Dividend policy migliorata:
· confermato il dividendo di 0,2820 euro del 2023 e incrementata la politica dei dividendi al 3% di crescita minima annua al 2027 (rispetto al precedente minimo 2,5%)
Snam prevede che a valere sull’esercizio 2023 possa essere distribuito, nel 2024, un dividendo complessivo pari a 0,2820 euro per azione, di cui il 40% a titolo di acconto già distribuito il 24 gennaio 2024 (record date 23 gennaio 2024 con stacco della cedola il 22 gennaio 2024). Il restante 60% (da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio di esercizio 2023) sarà saldato il 26 giugno 2024 (record date 25 giugno 2024 con stacco della cedola il 24 giugno 2024).
La politica di dividendi è stata incrementata sulla base di una crescita dell’Utile netto Adjusted del 4% e prevede una crescita minima annua del 3% al 2027, a partire dal dividendo di competenza 2024, in crescita rispetto alla precedente politica che prevedeva un minimo del 2,5%.
Struttura finanziaria e costo del debito
Nell’arco di piano Snam intende mantenere una solida struttura finanziaria, in grado di massimizzare il natural hedging implicito nel sistema tariffario.
In un contesto globale che continua ad essere volatile, caratterizzato da tassi di interesse elevati, le principali leve di ottimizzazione riguardano una sempre maggiore diversificazione delle fonti e degli strumenti di finanziamento e la continua gestione dinamica dei flussi di capitale circolante e della tesoreria. Nell’orizzonte di piano, è previsto un costo medio del debito del 2,6%, 60 punti base più alto rispetto al piano precedente, che riflette le attuali condizioni di finanziamento.
A fronte di un indebitamento atteso a circa 19 miliardi di euro nel 2027, e anche a seguito dell’aumento degli investimenti, si mantiene un’ampia flessibilità finanziaria delle metriche di credito rispetto alle soglie stabilite dalle agenzie di rating Moody's, Standard and Poor's e Fitch per il posizionamento rating attuale.
Cresce il peso della finanza sostenibile, con l’obiettivo dell’85% sul funding complessivo entro il 2027, migliorativo rispetto all’80% del precedente arco di piano e tra i più elevati del settore.
Ambition al 2032
Snam si colloca come azienda leader nello scenario energetico globale, rendendosi protagonista del percorso verso la decarbonizzazione e assicurando al contempo la sicurezza energetica del Paese. Sulla base dell’evoluzione attesa che vede una crescente necessità di trasportare non solo gas naturale, ma anche biometano, CO2 e idrogeno, l’ambition chiara e definita è di essere l’operatore energetico pan-europeo nella realizzazione e gestione di infrastrutture multi-molecola per un futuro sostenibile, sicuro, digitale, connesso e inclusivo.
Nel periodo 2028-2032 sono previste opportunità di investimento fino a 14,5 miliardi, che si aggiungono al totale investimenti nell’arco di piano previsti a 11,5 miliardi, arrivando ad un totale di circa 26 miliardi, nel periodo 2023-2032, con l’obiettivo di:
· mantenere l'affidabilità e la resilienza degli asset, riducendo nel contempo l'impronta di carbonio;
· completare gli investimenti per il rafforzamento della sicurezza e della flessibilità del sistema energetico;
· realizzare le opere infrastrutturali correlate alla dorsale dell'idrogeno e all'espansione dei progetti legati alla CCS, che saranno valutati in base all'evoluzione del quadro normativo e alla disponibilità di grants a livello nazionale ed europeo.