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Siamo tutti in pericolo? Così dichiarò Pier Paolo Pasolini nella sua ultima intervista prima di venire ucciso.
Ragionando sugli eventi di cronaca nostrana degli ultimi giorni mi sono venute in mente proprio queste sue parole.
Nella prima storia, una coppia di ultra settantenni vive nella propria abitazione usando candele per l’illuminazione notturna poiché la società elettrica non concede l’allaccio della corrente: i due si sono rivolti al Tribunale della loro città ma per dei “qui pro quo” burocratici vari la loro legittima istanza è stata rigettata.
L’altra notizia che mi ha dato da pensare è quella di una donna che all’opposto, per rientrare in possesso della propria abitazione che non riusciva a liberare dall’attuale anziana affittuaria nonostante un tentativo di conciliazione, è ricorsa a due bruti che hanno malmenato l’anziana per recuperarne le chiavi dell’appartamento e farci rientrare la proprietaria.
Ebbene, questi non sono casi isolati e lo spaccato che emerge è quello di una società in cui percepiamo lo Stato come incapace di provvedere ai bisogni dei cittadini ed in cui l’unica soluzione è farsi giustizia da soli per ottenere ciò che vogliamo.
A livello psicologico si tratta di un evidente abbrutimento e la comunicazione mediatica, ove sempre più compaiono come eroi di molti film le più note ed efferate bande criminali, ce lo conferma: abbiamo perso il contatto umano con le persone che ci circondano.
Probabilmente un eccessivo benessere ha prima alterato e adesso cancellato quei valori che avevano permesso ad un’Italia devastata di risorgere nel secondo dopoguerra ed il periodo di isolamento da Covid-19 ha dato il colpo di grazia attraverso l’isolamento dalle persone care e la diffidenza verso i nostri vicini e conoscenti.
Mi sono reso conto che, per garantire parcellari diritti, abbiamo perso il senso della realtà: oggi il grido di battaglia è quello di abolire nei luoghi pubblici dei wc separati tra uomini e donne per evitare discriminazioni di genere, una vera e propria follia che ci fa perdere di vista i veri problemi sociali; posso ancora dire che tutto questo è spaventoso, che mi sento in pericolo per me e soprattutto per i miei cari?
Abbiamo bisogno di uno Stato forte che ci faccia sentire garantiti ma dobbiamo anche ricordare che lo Stato siamo noi con le nostre azioni ed i nostri semplici gesti.
Non dobbiamo però darci per vinti, bisogna recuperare la socialità. Chiedo a chi ci governa di intervenire sia intraprendendo programmi di seria educazione civica fin dalle scuole elementari, invece che pensare all’educazione sessuale di genere e non, sia semplificando la burocrazia che oggi favorisce il gesto incivile e condanna la persona perbene. Il 2024 vuole e può essere l’anno di un nuovo Risorgimento, io ci credo.