Ha pianto durante l'udienza in aula, Shabbar Abbas, il papà di Saman, la ragazza uccisa a Novellara (Re) dopo essere scomparsa tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021.
"Mai nella vita mia ho pensato di uccidere mia figlia. Neanche gli animali fanno queste cose. Signori giudici non ho mai pensato queste cose", ha detto l'uomo, rendendo alcune dichiarazioni spontanee ai giudici della Corte d'Assise di Reggio Emilia.
"Era il mio cuore, il mio sangue, ho portato qua il mio cuore e il mio sangue. Non ammazzo figli, non sono un animale. Neanche da pensare", ha aggiunto.
"Ho sentito tante parole false. Non è vero che sono persona ricca, non è vero che sono una persona mafiosa. Non è vero che ho ammazzato una persona qua, una in Pakistan. Non è vero che sono andato a casa di Saqib", il fidanzato della figlia, "a minacciare. Anche questo è falso, come quelli che dicono 'ha ammazzato la figlia ed è scappato via'", ha continuato l'uomo.
La ragazza, che proprio ieri avrebbe compiuto 21 anni, era stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato. Quello che c'era tra Saman e Sadiq, ha aggiunto l'uomo, "non era amore, noi diciamo che non era una bella cosa. Tutti noi parenti eravamo arrabbiati". In particolare, ha precisato, alla famiglia non andava bene il fatto che i due postassero foto sui social.
In merito al figlio e fratello maggiore di Saman, che ha accusato la famiglia dell'omicidio, Shabbar Abbas ha dichiarato: "La sua lingua ha parlato, il suo cuore non ha parlato. Lui ha detto tutte le bugie, quelle dell'avvocato, dei servizi sociali, dei carabinieri, quelle che avete sentito tutti. Non ha detto la verità. E' un ragazzo così".
"Io non sapevo perché mia figlia veniva portata via dai servizi sociali. Quando andavo dai carabinieri, mi dicevano 'aspetti fuori. Vai a casa'. Pensavo che fosse perché ero straniero, pachistano e che a loro non fregava niente. Quando tornavo a casa mia moglie lei mi diceva 'cosa hanno detto', e io le dovevo dire delle bugie, le dicevo che la settimana dopo avremmo saputo. Lei piangeva, batteva la testa contro il muro", ha detto ancora Abbas.
"Signori giudici, questi servizi sociali non pensano ai minorenni, non li trattano bene. Questi escono, fumano. E' un disastro. Rovinano la vita dei bambini", ha proseguito.
La sentenza in merito al processo dovrebbe essere emanata questo pomeriggio. Alla sbarra ci sono, oltre a Shabbar Abbas, lo zio della ragazza, Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, tutti arrestati e presenti all'udienza, e la madre di Saman, Nazia Shaheen, ancora latitante in Pakistan.
Dopo aver ascoltato le dichiarazioni spontanee, i giudici si ritireranno in camera di consiglio. La Procura aveva chiesto di condannare i genitori della ragazza all'ergastolo, e 30 anni di reclusione per gli altri imputati.
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