Roma, Acca Larentia: urla "viva la Resistenza" durante la commemorazione della strage, identificato dalle Forze dell'Ordine

Rampelli: "La pacificazione non si costruisce tirando giù a picconate una targa commemorativa". Rocca: "Non farò la commemorazione con il Comune di Roma".

(Prima Notizia 24)
Martedì 07 Gennaio 2025
Roma - 07 gen 2025 (Prima Notizia 24)

Rampelli: "La pacificazione non si costruisce tirando giù a picconate una targa commemorativa". Rocca: "Non farò la commemorazione con il Comune di Roma".

"Viva la Resistenza, m***e". E' quanto ha urlato un passante durante la commemorazione di Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, i due militanti del Fronte della Gioventù, uccisi davanti alla sede del movimento, in Via Acca Larentia, a Roma. Il contestatore è stato identificato dalle Forze dell'Ordine.

"Invece che arrestare i manifestanti per apologia di fascismo identificano chi si appella la Costituzione. È giustissimo commemorare le vittime della lotta politica armata ma è inaccettabile che questo diventi Predappio, un raduno di neofascisti, di gente che fa il saluto romano. Inaccettabile per un Paese che ha subito fascismo e nazismo. Forse qualcuno non ha studiato", ha detto il passante ai giornalisti.

"L'unica cosa sensata è costruire la pacificazione ma la pacificazione non si costruisce tirando giù a picconate una targa commemorativa". Così il deputato FdI e vicepresidente vicario della Camera, Fabio Rampelli, in occasione dell'anniversario della strage di Acca Larentia, in riferimento alla decisione presa dal Comune di Roma di rimuovere la targa dedicata a Stefano Recchioni, una delle tre vittime della strage, avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 gennaio 1978.

Con il Comune "l'anno scorso eravamo qua insieme, l'atteggiamento sulla targa ovviamente non mi ha messo in condizioni di poter avere una commemorazione. Io non mi sono sentito di commemorare con il Comune oggi. Si poteva scegliere una strada, un percorso, una memoria condivisa. Individuare una targa comune. Si potevano fare tante cose. A distanza di pochi giorni l'ho trovata una provocazione inutile. Dopo anni ci si sveglia e si fa distruggere quella targa. Quando il dito indica la luna che è la pacificazione, un percorso di dialogo, l'imbecille guarda il braccio". Lo ha dichiarato il Governatore del Lazio, Francesco Rocca, a margine della commemorazione della strage di Acca Larenzia, in riferimento alla targa dedicata a Stefano Recchioni, firmata "i camerati", rimossa dal Comune di Roma e riapparsa nelle scorse ore.

"Mi sono sentito con il sindaco, con l'assessore Smeriglio, se si avvierà veramente un percorso condiviso, ovviamente la mia disponibilità è totale, ci mancherebbe altro", ha proseguito il Governatore.


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