Quattro persone sono state raggiunte da altrettanti provvedimenti cautelari, eseguiti ieri dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Locale di Potenza, nell'ambito di una maxi inchiesta sul Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) per migranti irregolari di Palazzo San Gervasio.
I quattro sono accusati di violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia, truffa aggravata ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, maltrattamenti e, in un altro filone dell'indagine, induzione indebita e concussione.
Sotto indagine sono finiti poliziotti, medici e avvocati degli ospiti del Cpr. Per un ispettore di Polizia sono scattati gli arresti domiciliari.
Il gip del Tribunale potentino ha disposto il divieto per 12 mesi di esercitare attività d'impresa o direzione di aziende in rapporti con la pubblica amministrazione per Alessandro Forlenza (sotto indagine anche da parte della Procura di Milano, per turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture, in merito alla gestione del Cpr di Via Corelli) e sua moglie, Paola Cianciulli, amministratori della Engel italia srl, la società che gestiva il Cpr prima di cambiare il nome in Martinina srl, mentre un medico di base, Donato Nozza, ha avuto il divieto di esercitare la professione per un anno nel Cpr per maltrattamenti, falso ideologico e violenza privata pluriaggravata.
Sono state effettuate, inoltre, alcune perquisizioni verso altri poliziotti e alcuni avvocati. Le perquisizioni sono state ordnate dalla Procura di Potenza, diretta da Francesco Curcio, in merito alle nomine dei difensori di fiducia dei migranti trattenuti all'interno del Cpr.
Uno dei migranti sarebbe stato “immobilizzato ai polsi e alle caviglie”, usando “fascette di contenimento” per obbligarlo a “ingerire contro la sua volontà dosi di farmaci antipsicotici e di farmaci tranquillanti di derivazione benzodiazepinica” come “Seroquel, di Rivotril e di Tavor” gli sarebbero state negate “le cure ospedaliere che aveva ripetutamente richiesto sostenendo di aver ingerito un oggetto metallico”. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Antonello Amodeo, che ha disposto i domiciliari per l'ispettore Rosario Olivieri e le misure cautelari per gli altri indagati.
Questo, prosegue l'ordinanza, è un “trattamento inumano e degradante per al dignità della persona”. L'ispettore avrebbe agito “con crudeltà” e “con abuso dei suoi poteri”, causando un “trauma psichico” a uno degli almeno 24 migranti tunisini verso cui sarebbe stato organizzato, tra il 2018 e il 2022, un “sistema” di “maltrattamenti”, che si basava sull' “indebita somministrazione anche occulta e/o forzata e in ogni caso senza che fosse acquisito il consenso informato di psico-farmaci anticonvulsivi”, in modo da “modificarne i comportamenti”.
I migranti trattenuti nel Cpr sarebbero stati indotti in “uno stato di prostrazione ed una continua sedazione coatta” con “menomazione della dignità umana ed una lesione della libertà morale delle vittime”, nonché al “rischio concreto di indurre fenomeni di farmacodipendenza”, senza che ci fosse una diagnosi di “sindrome convulsiva o epilettica”.
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