Si sono tenuti oggi, nel Duomo di Castelfranco Veneto, le esequie funebri di Vanessa Ballan, uccisa fuori della sua abitazione di Spineda di Riese Pio X (Tv) dal 41enne kosovaro Bunjar Fandaj, al momento in carcere a Treviso.
Il Governatore del Veneto, Luca Zaia, ha disposto il lutto regionale. La famiglia ha chiesto alla stampa "di evitare foto e video in chiesa". "Pur nel pieno rispetto del diritto all'informazione, comunico la volontà delle famiglie Ballan, Argentin e Scapinello, unite nel dolore e nel silenzio, di non consentire la presenza di operatori video e fotografi di testate giornalistiche all'interno del Duomo", ha fatto sapere, in una nota, l'avvocato della famiglia, Simone Guglielmin.
“Silenzio dai clamori e dalle curiosità. Silenzio della memoria e delle emozioni più negative. Silenzio della preghiera che invoca la consolazione delle vittime e la conversione dei violenti. Non certo il silenzio della ricerca della giustizia e nemmeno il silenzio nell`impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne, e che superi finalmente la follia di voler possedere una persona, o di volerne determinare con la violenza le scelte e le decisioni”, ha detto, nel corso dell'omelia, il Vescovo di Treviso, Mons. Michele Tomasi.
“Silenzio però che permetta all`amore – quello vero – di manifestarsi, di prendere per mano chi sta soffrendo, e di aprire prospettive di vita. È l'amore di Dio (l'amore eterno del Padre per il Figlio, che dall'Incarnazione in poi è anche profondamente umano) che permetterà a voi – cara famiglia di Vanessa, cara famiglia di Nicola – di trovare un senso nella vita, prendendovi cura gli uni degli altri – e insieme, tutti del piccolo Mattia – nel ricordo grato e riconciliato di Vanessa”, ha continuato il prelato.
“Permetterà a noi tutti di riaffermare con un impegno corale le ragioni della vita, del rispetto, del dialogo a tutti i livelli della società”.
“Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa e della creatura che lei portava in grembo”, non fa “parte della nostra natura più intima di esseri umani immaginare che ad una persona venga tolta, rubata la vita”, ha aggiunto.
Si tratta, ha continuato il Vescovo, di una “vicenda insensatamente dolorosa”. “Di colpo, la vita è stata travolta da una catastrofe che ha tolto pace e ogni benessere, a causa della quale i ricordi e i pensieri avvelenano l’anima, e manca anche il desiderio di aprire prospettive di futuro. È troppo grande quanto è accaduto, è troppo al di fuori di ogni pur pessimistica previsione. Noi non ci pensiamo davvero finché un evento simile non ci colpisce da vicino, ma non fa proprio parte della nostra natura più intima di esseri umani immaginare che ad una persona venga tolta, rubata la vita”, ha evidenziato Mons. Tomasi.
“Ed è allora la totale insensatezza che irrompe nella vita, in una vita come le nostre, alle volte forse contraddittorie, ma che era accolta in un senso ed in un significato che la sorreggevano e la portavano, in un modo o in un altro, in una rete buona di relazioni e di affetti”, ha concluso.
Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri, Fandaj avrebbe inviato l'ultimo messaggio WhatsApp (da cui poi partì la denuncia) al numero del marito della donna, Nicola Scapinello, e non alla ragazza.
Nel messaggio, il 41enne kosovaro avrebbe fatto riferimenti espliciti al rapporto con la 27enne, inviando anche un video. Per questo motivo, i due, di comune accordo, avrebbero scelto di recarsi dai Carabinieri per denunciarlo. Vanessa avrebbe riferito al marito di aver troncato la relazione con Fandaj e, per questo, era sotto ricatto.
Sono arrivate alla fase conclusiva, intanto, le relazioni che la Procura di Treviso invierà all'Ispettorato del Ministero della Giustizia con le motivazioni per cui non furono adottate misure cautelari di alcun tipo contro Fandaj, dopo la denuncia presentata dalla Ballan.
Le relazioni del Procuratore capo, Marco Martani, e dei pm Valmassoi e Sabattini saranno inviate all'Ispettorato tramite la Procura Generale di Venezia, anche in risposta all'interrogazione posta al Ministro, Carlo Nordio, dal Senatore della Lega, Gian Marco Centinaio.
"Finiremo al ministero nel più breve tempo possibile le relazioni dei due pubblici ministeri, quello che era di turno" quando Vanessa presentò la denuncia per stalking "e quello che fa parte del gruppo speciale per i reati da 'codice rosso'", ha detto il Procuratore capo di Treviso, Marco Martani, alla stampa locale.
Le motivazioni sui mancati provvedimenti cautelari, ha proseguito, saranno fornite al Ministro Nordio. Non è vero che per la ragazza "non sia stato fatto niente", ha proseguito Martani, per poi ricordare che, dopo la querela, fu ordinata una perquisizione all'interno dell'abitazione del 41enne, ma, data la mancanza di riscontri sui messaggi intimidatori ricevuti dalla 27enne, e da lei stessa cancellati, i pm avevano valutato il caso come "di non urgenza".
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