Iran: attacco a Israele è risposta a omicidio Soleimani. Hamas: "Affermazioni infondate"
"Tutti gli atti di resistenza palestinese sono una risposta all'occupazione sionista e alla sua continua aggressione contro il nostro popolo e i nostri luoghi santi".
(Prima Notizia 24)
Mercoledì 27 Dicembre 2023
Roma - 27 dic 2023 (Prima Notizia 24)
"Tutti gli atti di resistenza palestinese sono una risposta all'occupazione sionista e alla sua continua aggressione contro il nostro popolo e i nostri luoghi santi".
L'attacco contro Israele del 7 ottobre scorso è una risposta all'omicidio del capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane Qassem Soleimani. E' quanto hanno reso noto i Pasdaran iraniani, ripresi da vari media.

La reazione di Hamas non si è fatta attendere: "Hamas nega la fondatezza delle affermazioni del portavoce del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell'Iran, generale di brigata Ramadan Sharif, riguardo all'operazione del Diluvio di al-Aqsa e alle sue motivazioni.

Abbiamo ripetutamente confermato i motivi e le ragioni dell'operazione Flood of al-Aqsa, e soprattutto i pericoli che minacciano la Moschea di al-Aqsa. Confermiamo inoltre che tutti gli atti di resistenza palestinese sono una risposta all'occupazione sionista e alla sua continua aggressione contro il nostro popolo e i nostri luoghi santi".

Non si fermano, intanto, gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza: nonostante gli appelli per una tregua da parte della Comunità Internazionale, le autorità israeliane hanno fatto sapere che la guerra continuerà ancora per molto tempo.

Le Nazioni Unite hanno nominato l'olandese Sigrid Kaag come responsabile per il coordinamento degli aiuti umanitari a Gaza, decisi con la risoluzione adottata cinque giorni fa. Nonostante la risoluzione, però, non ci sono stati miglioramenti significativi sul versante degli aiuti umanitari. Inoltre, i negoziati per la tregua sono fermi, e sono bloccati anche internet e i collegamenti telefonici.

Stamani, inoltre, 6 persone sono morte durante un bombardamento israeliano in Cisgiordania. In totale, nell'area sono morte 300 persone dall'inizio delle ostilità con Hamas. "Mentre perseguiamo il nostro obiettivo di sconfiggere Hamas, lo facciamo agendo con cautela e attenzione verso i civili di Gaza che stanno soffrendo in questa guerra che Hamas ha inflitto a tutti noi", ha evidenziato il portavoce delle Idf, Daniel Hagari. "Continueremo la nostra importante missione per sconfiggere Hamas e salvare i nostri ostaggi, per un futuro migliore della regione", ha aggiunto Hagari.

Secondo quanto fanno sapere alcuni testimoni, ci sono stati attacchi aerei e combattimenti a terra anche a Khan Younis, nel Sud della Striscia, e i campi profughi di al-Maghazi e al-Boureij, al centro, sono stati bombardati, mentre nel Nord, all'alba di stamani, ci sono stati combattimenti a Gaza City e a Jabaliya.

Dall'inizio delle ostilità, Tel Aviv ha perso 164 soldati, che si aggiungono alle 1.140 vittime dell'attacco del 7 ottobre. Su 250 persone rapite da Hamas, 129 risultano essere ancora prigioniere: tra queste, ci sono 15 donne.

Secondo l'ultimo bollettino del Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, gli attacchi israeliani hanno ucciso 21.110 persone.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, non intende soltanto eliminare Hamas, ma "si vuole sbarazzare dei palestinesi e dell'autorità". Così, in un'intervista rilasciata ieri ad un'emittente televisiva egiziana, il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen. "Quello che succede nel territorio palestinese in questi giorni va oltre la catastrofe e il genocidio", ha continuato.

Stanotte, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha avuto una conversazione telefonica con lo sceicco Tamim ben Hamad al-Thani, emiro del Qatar, Paese che ha mediato per la tregua ottenuta a fine novembre. Stando a ciò che fanno sapere le fonti ufficiali, i due hanno parlato dei negoziati per liberare gli ostaggi e arrivare al cessate il fuoco.

Su quanto sta accadendo tra Hamas e Israele è tornato a parlare anche il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che si augura che questa guerra non diventi un "conflitto fra ebrei, cristiani e musulmani, fra Oriente e Occidente".

I ribelli Houthi dello Yemen, nel frattempo, hanno attaccato una nave Msc nel Mar Rosso, con l'obiettivo di impedire che arrivi in Israele. Lo ha reso noto Al-Jazeera, che cita una fonte yemenita. La notizia è stata riportata anche da siti web israeliani. Una nave commerciale, la Msc United, è stata "bersagliata con missili navali dopo aver ignorato tre chiamate di avvertimento", ha precisato un portavoce dei ribelli yemeniti, aggiungendo che sono stati effettuati attacchi anche sulla città israeliana di Eliat e su "altre aree della Palestina occupata".

Il gruppo Msc ha confermato l'attacco ad una delle sue navi: si tratta della United VIII, una portacontainer. "Tutto l'equipaggio è al sicuro e non sono stati segnalati feriti ed è in corso una valutazione approfondita della nave", fa sapere il gruppo in una nota.

Tel Aviv ha fatto sapere di aver abbattuto un "bersaglio aereo ostile" sul Mar Rosso. I militari israeliani hanno fatto sapere che il bersaglio distrutto era un drone, diretto verso Israele. I filmati dell'intercettazione sono stati pubblicati sui canali dell'Idf.

L'offensiva contro Hamas sarà intensificata. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un'intervista rilasciata al Wall Street Journal. Per arrivare alla pace con i "vicini palestinesi di Gaza", ha proseguito Netanyahu, bisogna rispettare tre requisiti: "Hamas deve essere distrutto, la Striscia di Gaza deve essere smilitarizzata e la società palestinese deve essere deradicalizzata. Questi sono i tre prerequisiti per la pace".

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