Gaza, Gantz: "Hamas non controlla più gran parte della Striscia"
"L'operazione militare non si ferma. Dobbiamo continuare, o Hamas riprenderà il controllo".
(Prima Notizia 24)
Mercoledì 10 Gennaio 2024
Roma - 10 gen 2024 (Prima Notizia 24)
"L'operazione militare non si ferma. Dobbiamo continuare, o Hamas riprenderà il controllo".
Hamas non controlla più gran parte della Striscia di Gaza. A dirlo è Benny Gantz, membro del gabinetto israeliano di guerra e leader dell'opposizione al governo guidato da Benjamin Netanyahu, in conferenza stampa a Tel Aviv.

L'operazione militare, prosegue, non si ferma: “Dobbiamo continuare. Se ci fermiamo ora, Hamas riprenderà il controllo. Siamo in procinto di smantellare le infrastrutture terroristiche”.

Per quanto riguarda un'intesa per il rilascio degli ostaggi con la mediazione di Egitto e Qatar, dice: “Ho sentito ogni sorta di voci sugli accordi, c’è sempre attività, e non appena ci saranno aggiornamenti ve li daremo”.

Intanto, le Idf fanno sapere di aver attaccato, nell'ultima giornata, oltre 150 obiettivi attribuiti ad Hamas, nella città di Khan Younis, a Sud della Striscia, e a Maghazi, nel centro. Proprio a Maghazi, la Brigata Golani ha coordinato raid aerei contro presunti membri di Hamas e ha individuato 15 tunnel.

Le Idf hanno anche reso noto che, durante un attacco “in un sito di Hamas”, la Brigata Golani ha trovato lanciarazzi, razzi, droni ed esplosivi.

A Khan Younis, decine di appartenenti ad Hamas sarebbero stati uccisi dai militari della 98esima Divisione. Gli stessi militari, inoltre, hanno attaccato con raid arei altri dieci presunti membri del gruppo fondamentalista palestinese, mentre i riservisti della Brigata Kiryati hanno coordinato un raid aereo contro un altro presunto membro di Hamas, il quale “stava piazzando un ordigno esplosivo” in un'area usata dai militari di Tel Aviv.

Durante un attacco delle Idf, quattro membri della Mezzaluna Rossa palestinese sono stati uccisi. I militari hanno colpito un mezzo dell'ambulanza lungo la via Salah al Din, all’ingresso di Deir al Balah, al centro della Striscia di Gaza.

Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Wafa, almeno 15 palestinesi sono morti e altri hanno riportato ferite per un raid aereo di Tel Aviv in cui è stato colpito un appartamento di un condominio a ovest di Rafah, nel Sud della Striscia. L'agenzia ha riportato fonti mediche, secondo cui 15 corpi sono arrivati all’ospedale kuwaitiano di Rafah dopo il raid che ha colpito il quartiere di Tel al Sultan.

Intanto, la diplomazia continua a lavorare, come dimostra la visita del Segretario di Stato americano, Antony Blinken, in Israele, nonostante la tensione non accenni a diminuire, neppure con gli Hezbollah libanesi. Secondo Blinken, è prioritario ridurre al minimo i decessi di civili: ad oggi, i morti sono più di 23 mila.

Incontrando il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il gabinetto di guerra a Tel Aviv, Blinken ha riaffermato il diritto degli israeliani a difendersi dopo l'attacco perpetrato da Hamas il 7 ottobre scorso, evidenziando, nel contempo, che bisogna limitare i danni alla popolazione civile e proteggere le infrastrutture civili.

Durante l'incontro, Blinken e Netanyahu hanno anche parlato degli sforzi in corso per ottenere la liberazione degli ostaggi ancora prigionieri di Hamas e della necessità di aumentare l'assistenza umanitaria per i civili della Striscia di Gaza.

Non sembra, però, che gli israeliani siano disposti a dare segnali distensivi: su X, il Ministro della Sicurezza nazionale e capo politico dell'estrema destra Otzama Yehudit, Itamar Ben Gvir, riferendosi a Blinken, ha dichiarato che “non è il momento di parlare a bassa voce con Hamas, è il momento di usare quel grosso bastone”.

Il Minsitro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha detto a Blinken che le operazioni militari a Khan Younis saranno intensificate finché i leader di Hamas non saranno stanati e gli ostaggi liberati. Gallant e Blinken hanno anche parlato delle tensioni a livello regionale e degli attacchi perpetrati da Hezbollah nel nord di Israele con l'appoggio dell'Iran, e di quelli degli Houthi yemeniti contro le navi mercantili nel Mar Rosso. “Un aumento della pressione esercitata sull’Iran è fondamentale e potrebbe impedire un’escalation regionale in altri ambiti”, ha detto il Ministro israeliano, che ha anche evidenziato che la priorità massima per Tel Aviv, ora, è far sì che i residenti nel Nord del Paese possano tornare a casa, il che fa presagire un allargamento dello scontro.

Difatti, sul campo, la situazione si sta aggravando sempre di più: dopo l'uccisione a Khirbet Selm (nel Sud del Libano) del vice comandante di Radwan (unità speciale di Hezbollah) Wissam al Tawil, un drone ha colpito un'automobile a Ghandouriyeh, nei pressi del confine con Israle. Nell'attacco sono stati uccisi tre membri di Hezbollah, come confermato dallo stesso gruppo sciita filoiraniano. Quindi, vicino al luogo del funerale di al Tawil, un altro membro di spicco di Hezbollah, Ali Hussein Barji, è stato ucciso in un attacco. Barji è il 158esimo membro del "partito di Dio" a essere ucciso dall'inizio delle ostilità.

L'unico segnale distensivo è arrivato dal premier libanese, Najib Miqati, che ha incontrato a Beirut il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di pace, Jean Pierre Lacroix, alla presenza della Coordinatrice speciale dell’Onu per il Libano, Joanna Wronecka, e del generale Aroldo Lazaro, Comandante dell'Unifil.

“Il Libano cerca una stabilità permanente e chiede una soluzione pacifica duratura, ma in cambio riceviamo dagli inviati internazionali la minaccia di una guerra contro il nostro Paese”, ha detto Miqati, per poi riaffermare “la volontà del Libano di avviare negoziati per raggiungere un processo di stabilità a lungo termine nel sud e ai confini settentrionali della Palestina occupata, e di aderire alle risoluzioni internazionali, all’accordo di armistizio e alla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Lacroix ha sollecitato “tutte le parti a mantenere la calma, a sostenere l’esercito nel sud del Libano e a continuare la stretta cooperazione tra questo e l’Unifil”.

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