Napoli: amianto nelle ferrovie, Inail condannata a indennizzare ferroviere
All'uomo, sopravvissuto ad un cancro al colon, risarcimento di 100 mila euro e rendita mensile di 1000 euro.
(Prima Notizia 24)
Lunedì 18 Dicembre 2023
Napoli - 18 dic 2023 (Prima Notizia 24)
All'uomo, sopravvissuto ad un cancro al colon, risarcimento di 100 mila euro e rendita mensile di 1000 euro.
Il Tribunale di Napoli ha condannato l’INAIL a indennizzare il ferroviere Sergio Mattera, sopravvissuto ad un cancro al colon dovuto all’esposizione all’amianto nelle ferrovie, con una rendita mensile per il resto della sua vita di 1000 euro e arretrati per circa 100mila euro.

Premiato il coraggio del lavoratore che lotta contro l’amianto assieme all’Osservatorio Nazionale Amianto, e che adesso, sempre assistito legalmente dal Presidente dell’Associazione, avv. Ezio Bonanni, attiverà la richiesta di risarcimento alle FF.SS., Matera, che è nato e vive tuttora a Napoli, è stato macchinista in FS per 4 anni a Milano, poi a Napoli per 31 anni, e non si occupava solo della conduzione dei treni ma anche del controllo della matrice o dei mezzi di trazioni.

Peccato che i locomotori fossero isolati con amianto e che i rivestimenti fossero usurati. In aggiunta utilizzava attrezzi (martelli, chiavi esagonali, cacciavite) per eliminare le incrostazioni, cosa che comportava un rischio di dispersione, attività che svolgeva in ambienti non areati, senza utilizzo di dispositivi di protezione. Ad accertare l’esposizione qualificata e prolungata al rischio morbigeno, anche una perizia del CTU.

“Mattera può ritenersi fortunato perché i suoi colleghi, vittime dell’amianto, sono quasi tutti deceduti – sottolinea Bonanni, che lamenta - è incomprensibile il motivo per cui l’INAIL e le stesse FF.SS. si ostinino a negare i diritti delle vittime costringendo le vittime a lunghe azioni giudiziarie”.

E’ ormai documentato che le Ferrovie dello Stato e le linee locali fino agli anni’80 hanno fatto largo uso di amianto nei rotabili ferroviari, nelle guarnizioni di tenuta, nelle flange di accoppiamento, persino nei vecchi modelli di carrozza.

Nel periodo in cui operava il ferroviere il pericoloso patogeno si annidava anche nelle massicciate ferroviarie, in particolare nel serpentino dalla cava amiantifera di Balangero, sito chiuso definitivamente nel 1990, divenuto simbolo di orrore e morte.

L’impatto dell’amianto sui dipendenti delle FF.SS. risulta documentato anche dai dati epidemiologici confermati dal VII Rapporto ReNaM: infatti risultano censiti 696 casi di mesotelioma tra i dipendenti delle Ferrovie.

L’esposizione dei macchinisti risulta essere stata recentemente riaffermata dal Tribunale di Palermo, per il caso di Vincenzo Sabato. L’INAIL, in questo caso, è stata condannata a costituire la rendita in favore della vedova.

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