"La missione navale Ue nel Mar Rosso "è prevalentemente di politica di difesa. Da lì transita il 15% del commercio mondiale, impedire il passaggio dei prodotti significa un aumento dei prezzi spropositato, non possiamo accettare la minaccia degli Houthi nel Mar Rosso.
L'Italia ha sempre sostenuto la difesa della libertà di navigazione, lo facciamo nell'ambito delle nostre normative. Per questa missione europea di difesa non dobbiamo passare in Parlamento, ma quella di iniziativa statunitense avrebbe significato un passaggio parlamentare. L'Italia c'è, si assume le responsabilità".
E' quanto ha detto la premier, Giorgia Meloni, in un'intervista rilasciata al programma di Rete4 "Quarta Repubblica".
"La mia idea di politica estera è avere la capacità di parlare con tutti, con quelli con cui sei d'accordo su più cose, ma anche con coloro con cui puoi non essere d'accordo", ha aggiunto, in merito agli ultimi incontri in ambito internazionale.
Interpellata da Nicola Porro sull'incontro in Turchia con Erdogan, ha detto: "Ero pronta a far contare l'Italia di più, ero pronta a disegnare per questa nazione una politica estera fatta di rispetto per i propri interlocutori, di persone che non ti guardano dall'alto in basso ma hanno il coraggio di dire le cose come stanno, che chi si prende un impegno lo mantiene, che non tiene un posizione diversa quando parla privatamente con qualcuno e quando parla con la stampa".
Con il Presidente francese, Emmanuel Macron, penso che si potesse fare un po' di più insieme". La Francia ha aiutato l'Italia per il Patto di Stabilità? "Il Patto di stabilità non è il mio compromesso ideale ma era il migliore compromesso possibile - ha replicato la premier -. L'alternativa era tornare ai vecchi parametri, decisamente peggiori. Ci sono Paesi in Europa che preferiscono i precedenti parametri perché più rigidi".
Si candiderà alle prossime Europee? "Vediamo, vediamo", ha risposto. "Me la cavo così perché non ho deciso, penso che deciderò all'ultimo, quando si formano le liste - ha continuato la premier -. Si figuri se non considero importante misurarmi con il consenso dei cittadini. È l'unico elemento che conta per me. I cittadini che dovessero votare per una Meloni che si candida in Europa sanno che non ci va, ciò non toglie che se vogliano confermare o confermare un consenso, anche quella è democrazia. Per me potrebbe essere importante verificare se ho ancora quel consenso".
Per le privatizzazioni, "noi prevediamo nel documento economico di bilancio 20 miliardi in 3 anni", è "un lavoro che si può fare con serietà come lo immagino io: possiamo cedere alcune quote di società pubbliche senza compromettere il controllo pubblico, e su alcune società interamente di proprietà dello Stato possiamo cedere quote di minoranza a dei privati. Tipo Ferrovie? Sì anche, è uno dei dossier sul tavolo. Lo Stato mantiene sempre il controllo quando il controllo è fondamentale".
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