La Russa: "Pozzolo? Andare armati ad un cenone è sempre inopportuno"
"Premierato? Nel programma elettorale, parlavamo di presidenzialismo".
(Prima Notizia 24)
Mercoledì 03 Gennaio 2024
Roma - 03 gen 2024 (Prima Notizia 24)
"Premierato? Nel programma elettorale, parlavamo di presidenzialismo".
“La legge italiana sul possesso di armi è la più restrittiva d’Europa e sicuramente non va allargata. Anzi, io sarei ancora più rigido. In questo caso si tratta di un problema di opportunità: al cenone c’era bisogno di andare armato? Per me è sempre inopportuno, ma non è una questione politica. Il partito poi valuterà la situazione. Io considererei meno grave se fosse inavvertitamente partito un colpo a lui, piuttosto che non ad altri a cui lui ha dato la sua pistola”.

Così, in un'intervista rilasciata al quotidiano "La Stampa", il Presidente del Senato, Ignazio La Russa.

In merito al premierato, La Russa fa notare che “nel programma elettorale, parlavamo di presidenzialismo. Insomma, volevamo qualcosa di più del premierato in tema di democrazia diretta. Trovo comunque sia stato saggio tentare di portare un testo il meno invasivo possibile. Sarà pure qualcosa di minore rispetto al presidenzialismo, ma non considero un errore la strada che la ministra Casellati ha scelto”.

“La verità è che le buone mediazioni hanno il pregio di non accontentare né scontentare del tutto nessuno”, producendo “una riforma volutamente minimale. L’obiettivo che il centrodestra si pone è quello di evitare l’instabilità governativa, perché serve una durata dei governi più lunga, di legislatura; l’altro obiettivo è il rispetto della volontà popolare che spesso è mancato in questi anni. Solo cinque articoli, niente di più”, prosegue La Russa.

Le prerogative in capo al Presidente della Repubblica, aggiunge, “vengono ridotte solo quelle che, per prassi e non per la Costituzione, il capo dello Stato ha dovuto meritoriamente svolgere in questi anni, quando mancavano le maggioranze parlamentari. Di fatto quando c’è stata una situazione con maggioranze chiare, il capo dello Stato non ha mai dovuto sopperire all’inadeguatezza delle forze politiche per tenere in piedi una legislatura. Quando negli ultimi tempi, invece, questo non c’è stato, è toccato giustamente al capo dello Stato a trovare soluzioni per superare lo stallo”.

“Con il premierato, però, non esisteranno più maggioranze incerte: sarà il popolo che decide il premier e qualora mancasse una maggioranza si tornerebbe a votare. Nessuna riduzione di potere del Presidente, dunque, nemmeno di quelli acquisiti per prassi, ma solo il venir meno, grazie alla riforma ora proposta, della necessità di riparare urgenze politiche dovute alla mancanza di maggioranza chiara”, dice ancora il Presidente del Senato.

Secondo Gianni Letta, il premierato incide "fatalmente" sul Quirinale, dato che il Presidente del Consiglio è eletto dal popolo, mentre quello della Repubblica è eletto dal Parlamento: “Ho molto rispetto per Gianni Letta, ma parla da grande giornalista e uomo dello Stato, non da costituzionalista. Qualunque costituzionalista gli risponderebbe che i poteri nella nostra costituzione sono ‘para-ordinati’. Al di là della loro provenienza hanno quindi pari valore. Se così non fosse anche la durata settennale del Presidente della Repubblica sarebbe un plus rispetto a quella quinquennale del presidente del Consiglio”.

Per quel che riguarda il 'premier di scorta', nominato dal Parlamento qualora il Presidente del Consiglio dovesse cadere, “secondo me è un’ipotesi di scuola messa nella riforma più per accontentare tutte le forze politiche coinvolte che non nella previsione che si realizzi. Ad oggi non vedo possibile che un premier, leader del primo partito di maggioranza, lasci palazzo Chigi e il suo partito accetti una soluzione diversa dal ritorno al voto”.

“Capisco la ragione per cui è stata inserita questa ipotesi: è una mediazione per dare al Parlamento il potere di far proseguire la legislatura anche senza il premier eletto. Detto questo, diciamo che se ci fosse un emendamento che legasse la caduta di un premier al necessario ritorno alle urne, non mi straccerei le vesti. Ma un secondo premier nella stessa legislatura resterà una ipotesi pressoché irrealizzabile”.

Si intende eliminare i senatori a vita: “Avevo fatto una proposta di legge nella scorsa legislatura in cui prevedevo che non avrebbero dovuto avere diritto di voto nelle mozioni di fiducia o di sfiducia al governo. Se ci fosse quindi un emendamento che anziché abolirli li riducesse a 2, massimo 3, ma senza il potere di votare fiducia o sfiducia al governo, non mi sentirei di condannarlo, anche per coerenza con me stesso”, conclude il Presidente del Senato.

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Emanuele Pozzolo
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