Budapest, Ilaria Salis legata a mani e piedi durante la prima udienza: "Sono innocente"
Confermata la custodia cautelare in carcere per la 39enne antifascista.
(Prima Notizia 24)
Lunedì 29 Gennaio 2024
Roma - 29 gen 2024 (Prima Notizia 24)
Confermata la custodia cautelare in carcere per la 39enne antifascista.
Si è tenuta stamani a Budapest, in Ungheria, la prima udienza del processo contro Ilaria Salis, la maestra di 39 anni in carcere dal febbraio dello scorso anno con l'accusa di lesioni contro due neonazisti ungheresi.

Stando a quanto fanno sapere i suoi avvocati, Eugenio Losco e Mauro Straini, la donna è stata portata in aula con le mani e i piedi legati, tenuta per una catena e posta sotto sorveglianza su una panca da due agenti di un reparto speciale della Polizia penitenziaria, che avevano indosso un giubbotto antiproiettili e un passamontagna, per non essere riconosciuti.

Salis, che è imputata con due cittadini tedeschi, sta rischiando 16 anni di galera e si è dichiarata innocente e ha contestato l'impossibilità di visionare le immagini delle telecamere di sorveglianza sulle quali è basata l'accusa, nonchè la mancata traduzione degli atti in italiano e inglese, per cui non le è stato possibile conoscere appieno i reati di cui è accusata. Il processo riprenderà il 24 maggio.

Stamani è stato chiesto l'esame delle vittime, di un consulente antropometrico e del medico legale, in merito alla natura ‘potenzialmente letale’ delle lesioni, che erano state giudicate guaribile in 5 e 8 giorni.

La difesa della Salis si oppone alla natura del reato, dato che non si tratta di tentato omicidio e che in Italia la pena è talmente lieve che non è permesso restare in carcere in attesa della sentenza per questo tipo di reato e all'aggravante di aver agito 'nell’ambito di un’associazione a delinquere’ tedesca, la ‘Hammerband’ di Lipsia (‘banda del martello’), che avrebbe deciso di attaccare i neonazisti e neofascisti che si erano radunati a Budapest per il "Giorno dell'onore", l'11 febbraio dello scorso anno.

Per ora, il giudice ungherese ha confermato la custodia cautelare in carcere della 39enne, ma non si esclude che gli avvocati possano presentare una richiesta di arresti domiciliari, in attesa della sentenza.

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