Il Senato ha bocciato il ddl di iniziativa popolare contro la riforma del Ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli sull'Autonomia differenziata, approvata ieri a Palazzo Madama.
Il progetto, nato da un'iniziativa del Prof. Massimo Villone, aveva raccolto più di 100 mila firme e prevedeva una riforma del Titolo V della Costituzione, modificando gli articoli 116 e 117 in materia di autonomia, portando quest'ultima ad un blocco di fatto.
I quattro articoli di cui era composto il testo sono stati bocciati in altrettante votazioni, per cui il voto finale non c'è stato.
Nel corso del dibattito si è scatenata una polemica in merito a una dichiarazione del senatore di FdI e presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Alberto Balboni, che ha citato l'ex leader del Movimento Sociale Italiano, Giorgio Almirante: “Giorgio Almirante nel secolo scorso, insieme ad altri grandi padri della Patria, ha contribuito – anche se non riuscendoci completamente – al processo di pacificazione nazionale indispensabile per garantire la coesione sociale. Quindi, figuratevi se chi vi sta parlando non ha a cuore l’unità nazionale e il principio di difendere tutti gli italiani, dalle Alpi alla Sicilia“, ha detto Balboni.
“Almirante mi ha insegnato ad amare la Patria anche quando la maggior parte della mia Patria mi negava perfino il diritto di esistere, non solo politicamente ma addirittura fisicamente”, ha continuato.
“Chi viene da questa storia non può rinunciare né all’unità nazionale né a sentirsi italiano, eppure la politica deve rispondere al principio di realtà”, ha proseguito il senatore, per poi evidenziare, citando Max Weber, che “la nostra non può essere soltanto un’azione che risponde all’etica della convinzione ma deve essere un’azione che corrisponde all’etica della responsabilità. Pensare alle conseguenze che hanno le nostre decisioni.
Allora è un dato di fatto che nella Costituzione è entrato nel 1970, che il centrosinistra ha approvato la riforma del Titolo V con 4 voti di maggioranza pochi giorni prima del termine della legislatura e lo ha fatto, a proposito di chi parla di scambio, calpestando la dignità della nostra Costituzione perché l’ha trasformata in una merce di scambio per cercare di portare dalla vostra parte un partito che stava nel centrodestra. Peraltro facendo un buco nell’acqua”.
“Una riforma che non ho votato, contro la quale ha votato al referendum confermativo del 2002, che è costata miliardi e ha precipitato la Corte Costituzionale nel caos”, ha detto ancora Balboni, perché più della metà delle sentenze negli ultimi 20 riguardano questo argomento”.
“Almirante - ha concluso Balboni - mi ha anche insegnato a rispettare la Costituzione, l’ordinamento della Repubblica e le leggi italiane. E il Titolo V è entrato nella Costituzione che noi abbiamo cercato di attuare, assieme ai Lep rimasti inattuati per 20 anni e che sono presupposto per garantire il principio di eguaglianza. Il dentifricio nel tubetto non si può rimettere e il modo per rispettare la Costituzione è attuarla“.
La dichiarazione di Balboni ha scatenato una dura reazione da parte delle opposizioni, specialmente da parte del senatore del Pd Dario Parrini: “Ci furono apertissime dichiarazioni di simpatia di Giorgio Almirante - ha detto - per il colpo di stato di Pinochet in Cile, per la dittatura dei colonnelli in Grecia, per Videla in Argentina. E Almirante si vantava di dire che l’aggettivo democratico non lo convinceva e che la parola fascista ce l’aveva stampata in fronte. Questo è stato l’Almirante degli anni ’70. Non discuto dell’Almirante di altre epoche, ma negli anni ’70 Almirante è questo e dubito fortemente che lo si possa definire un campione della democrazia e del rispetto della Costituzione”.
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