Orsini: "Serve solida politica industriale europea, Bruxelles cambi marcia"

"Noi e i sindacati abbiamo tanto da fare insieme, siamo pronti ad avviare un confronto".

(Prima Notizia 24)
Mercoledì 18 Settembre 2024
Roma - 18 set 2024 (Prima Notizia 24)

"Noi e i sindacati abbiamo tanto da fare insieme, siamo pronti ad avviare un confronto".

“L’Europa deve cambiare marcia”, ora “serve più che mai una solida politica industriale europea” perchè “le sfide da affrontare sono ciclopiche”. Così il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo all'Assemblea Annuale.

“Il Green Deal è impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria”, ha avvisato Orsini, secondo cui “la decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle. La storia e il mercato europeo dell’auto elettrica che stiamo regalando alla Cina, parlano da soli. La filiera italiana dell’automotive è in grave difficoltà, depauperata del proprio futuro dopo aver dato vita alle auto più belle del mondo e investito risorse enormi per l’abbattimento delle emissioni”.

Per Orsini, “l’Europa con gli Ets ha consentito la speculazione finanziaria sulla transizione ambientale, spingendo il prezzo della CO2 fuori dal mercato mondiale. Bisogna essere chiari: la disciplina degli Ets deve essere assolutamente cambiata. Continuando così, regaleremo ai nostri competitor internazionali, come sta avvenendo per l’automotive, anche l’acciaio, il cemento, la metallurgia, la ceramica, la carta. Con ricadute negative sugli investimenti, sulla crescita e sull’occupazione”, ha avvisato.

Adesso, ha aggiunto, Confindustria “conta sulla presenza costante del nostro Governo a Bruxelles, sull’azione comune dei nostri europarlamentari di tutte le forze politiche, e sulla cooperazione sempre più stretta con le altre organizzazioni d’impresa europee. Per lavorare uniti e aiutare la Commissione a fare un bagno di realtà in termini di tempi, modi strategici e mezzi finanziari per risolvere davvero a favore della competitività le grandi transizioni”.

Orsini, inoltre, ha teso una mano alle sigle sindacali: “Noi e i sindacati, abbiamo tanto da fare insieme, e noi siamo pronti ad avviare un confronto”, ha detto, lanciando l'idea di “un patto per la sicurezza nei cantieri”e di “un’azione comune" contro i contratti pirata.

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavora, ha aggiunto, “noi e i sindacati dobbiamo fare in modo che questa catena di lutti per le famiglie e per le aziende si fermi. Dobbiamo istituire un tavolo permanente di monitoraggio e di verifica delle normative di sicurezza”. Il sistema italiano “ha capovolto la prospettiva basata sull’aggravamento delle sanzioni a morti avvenute. Ha proposto invece un nuovo patto per la sicurezza nei cantieri, un accordo condiviso preventivo degli incidenti. Un patto che introduca nuove regole per l’ammissione alle gare pubbliche di opere e costruzioni, che elevi l’asticella dei requisiti minimi di sicurezza, per impedire a troppe microimprese occasionali di essere ammesse nella sequela dei subappalti a catena”.

In più, “c’è il nodo delle retribuzioni. Come alcuni sembrano non voler ricordare, Confindustria prevede nelle sue qualifiche contrattuali retribuzioni ben più elevate del salario minimo per legge di cui si parla. Noi difendiamo il principio che il salario, in tutte le sue componenti, si stabilisca nei contratti, nazionali e aziendali, trattando con il sindacato. Al sindacato diciamo che è tempo di un’azione comune per contrastare i troppi contratti siglati da soggetti di inadeguata rappresentanza. È tempo di unire le forze per indicare una via diversa ai troppi settori in cui convivono salari incongrui e irregolarità fiscali e contributive”.

Per quanto riguarda il Piano Strutturale di Bilancio (Psb) "ci aspettiamo includa quelle riforme e quegli investimenti che sono assolutamente necessari. Bisogna prevedere serie politiche industriali e rilevanti incentivi agli investimenti, la risposta al post Pnrr", come "la spinta che ci deve dare Industria 5.0. Altrimenti rischiamo lo stallo o, addirittura, un passo indietro". "Dobbiamo definire le priorità, e far convergere le risorse disponibili - ha proseguito -, immaginando una cornice pluriennale di finanziamenti pubblici e privati per difendere e potenziare le filiere industriali strategiche".


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