“Un mondo nascosto”: si conclude la mostra romana alla galleria D’Orta del maestro Claudio Fezza

L’astrattismo del pianeta visionario di Fezza, che nasce come un bisogno interiore, si nutre di ogni piccola cosa della vita, dettagli impossibili da ignorare.

(Prima Notizia 24)
Venerdì 05 Dicembre 2025
Roma - 05 dic 2025 (Prima Notizia 24)

L’astrattismo del pianeta visionario di Fezza, che nasce come un bisogno interiore, si nutre di ogni piccola cosa della vita, dettagli impossibili da ignorare.

Di Rosario Sprovieri

E’ stata una vera sorpresa ritrovare nuovamente l’arte, concepita dal maestro Claudio Fezza, un modo coinvolgente e carico di pathos quel riconnettersi e quel rinvenire, il “…ricostruire continuità tra le opere d’arte, i fatti, le azioni e le passioni di tutti i giorni, che sono universalmente costituitivi dell’esperienza”. 

L’astrattismo, del pianeta visionario di Fezza, che nasce come un bisogno interiore, si nutre di ogni piccola cosa della vita, dettagli che non possiamo ignorare. 

In questa nuova esposizione a Roma, l’artista ha proposto una sua articolata grammatica visiva, filtrata e depositata sulle tele attraverso quel suo personalissimo “ponere” tratti e forme geometriche o composizioni svincolate, dettagli preziosi: aree, nuvole, cieli o acque, illusioni pittoriche sbrogliate da ogni rigido schema, finalmente libere.  

Grazie all’intonazione, alle linee e ai colori, l’artista ha potuto ordinare e definire, con pienezza, lo spazio della propria opera pittorica. 

Alla fine, il risultato è una immagine piena di sentimenti e di armonie tutte da scoprire che, il più delle volte, suggestionano profondamente la comprensione dell’osservatore, riescendo spesso a orientarne lo sguardo, verso quell’articolata complessità di ogni paesaggio astratto dipinto. 

In tutte le tele che sono state esposte, affiorano dettagli del mondo reale filtrati al vaglio, esplorati alla luce dello stato d’animo, delle idee e della storia che l’artista porta con sé. 

Oggi il suo segno pittorico è parte di un immaginario organo a canne che fa vibrare il suo gemito esistenziale. Elementi speciali, sfumature peculiari, colte in quell’altro versante, dall’altro lato della riproduzione fedele di ogni realtà naturale, ora si fanno levità e massa, fonte di rinnovamento per il pensiero; aromi, essenze, ombre e presenze che, d’incanto diventano l’alfabeto della poetica di quelle figure poste al centro dell’opera; ove si riscoprono forme, linee, evaporazioni e addensamenti di colore. 

È questo il cuore della ricerca artistica del maestro romano, pulsazioni e ansie del cuore, che egli rappresenta, mostrando l’anima che è il cardine della struttura di ogni suo paesaggio astratto visionario. 

C’è ritmo e movimento nella costruzione equilibrata della superfice pittorica di ogni paesaggio astratto, c’è un flusso soave fra leggerezza e materia e, c’è quel dialogo silente fra alternanze dei motivi e variazioni astratte fantasiose. 

Ogni opera cattura lo sguardo dell’osservatore, conducendolo per mano, verso un cammino immaginario che lo coinvolge “dentro” e, attraverso la narrazione interna all’opera stessa, gli permette di scorgere cose che difficilmente avrebbe potuto vedere. 

La tecnica utilizzata che, ricade sia sull’ultimo aspetto dell’opera che sul rapporto fra forme, colori e aria, è frutto di una sperimentazione meditata e sofferta affinata e oggi dominata dopo i tanti anni dedicati alla pittura. Pennellate e movimenti del colore si caricano di vivacità e di energia, mentre ogni atto del campire favorisce non solo equilibrio e controllo, ma armonia e visione. Alla fine, è la scelta tecnica maturata dall’artista che modella il carattere peculiare di ciascuno dei suoi paesaggi astratti e, ne garantisce unicità e singolarità. 

L’arte per Claudio Fezza non è una professione, ma un sussulto dell’anima, l’arte è oltre il lavoro, ben lontana dal commercio e, da ogni sorta di speculazione: è un'espressione propria dell’uomo che, si nutre di emozioni ed è capace di dare e diffondere emozioni.

Per questo Claudio Fezza ha scelto la galleria D’Orta in piazza Crati a Roma, un posto intimo, ben curato e ben gestito, dove professionalità è messa al bando di proposito a favore della dedizione, del rispetto e dell’amore per chi mette su tela i suggerimenti del cuore; intonando insieme un canto nuovo, con l’ agire sicuro, che è quello del titolare di questo piccolo salotto culturale, portato avanti con pura passione, forte della convinzione che, ogni cosa assimilabile a regole, incardinature o paludate esposizioni, trasformerebbe il presunto artista, in un semplice mestierante della mondanità che oggi ovunque, impera. 


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