L'oppositore politico Alexei Navalny è morto mentre si trovava nella colonia carceraria numero 3 del distretto di Yamalo-Nenets, nel Circolo Polare Artico. Ad annunciarlo è il servizio penitenziario nazionale russo, secondo cui il dissidente ha accusato un malore mentre stava facendo una passeggiata.
47 anni, Navalny era sopravvissuto ad un tentativo di avvelenamento nel 2020, ed era stato imprigionato nel 2021. Stava scontando una condanna a 19 anni di reclusione.
"Il 16 febbraio il detenuto A.A. Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi subito conoscenza - fa sapere il servizio penitenziario in una nota -. Immediatamente è arrivato il personale medico dell'istituto ed è stata chiamata un'ambulanza. Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi. I medici dell'ambulanza hanno quindi dichiarato il decesso del detenuto". Il servizio penitenziario spiega anche di "non aver mai ricevuto lamentele formali" da parte del dissidente mentre era in prigione.
"I tentativi dei medici di rianimare Alexei Navalny sono continuati per 30 minuti prima che venisse dichiarato morto", ha fatto sapere l'ospedale locale all'agenzia di stampa Interfax, spiegando che un'ambulanza è arrivata sul posto sette minuti dopo l'allerta, ma il personale del penitenziario stava già cercando di rianimarlo.
Le autorità russe non dispongono di informazioni relative alle cause della morte di Navalny. E' quanto fa sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che il servizio penitenziario è incaricato di condurre le indagini sull'accaduto, per cui il Cremlino non deve dare altre istruzioni sull'inchiesta.
"Il carcere di Iamal ha deciso di battere il record di Vladimir allo scopo di adulare e compiacere le autorità di Mosca. Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione. Cioè, questa è la quarta cella di punizione in meno di 2 mesi che sono con loro", aveva scritto Navalny due giorni fa, in quello che è il suo ultimo messaggio su X.
Navalny aveva denunciato diversi gravi abusi durante i tre anni passati in carcere e di essere stato ripetutamente messo in una cella di isolamento con i pretesti più improbabili. Situazione che anche Amnesty International ha sottolineato, accusando la direzione del carcere di Melekhovo di aver intenzione di "spezzare lo spirito di Navalny rendendo la sua esistenza nella colonia penale insopportabile, umiliante e disumanizzante".
L'avvocato dell'oppositore, Leonid Solovyov, ha detto di avergli fatto visita mercoledì, e di averlo trovato in buone condizioni. Anche il braccio destro di Navalny, Leonid Volkov, tre giorni fa, aveva detto che Navalny si trovava "in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone" e che non aveva paura per la sua vita, garantendo di "sentirsi al sicuro".
"Il servizio penitenziario federale del distretto di Yamalo-Nenets sta diffondendo notizie sulla morte di Alexei Navalny nella colonia di detenzione IK-3. Non ne abbiamo ancora conferma. L'avvocato di Alexei sta volando a Kharp", città nei pressi del centro di detenzione. "Non appena avremo qualche informazione, la comunicheremo". Così, in un messaggio su X, la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh.
"Il governo sarà sempre a fianco di chi lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e per i diritti inalienabili di ogni essere umano. Sono molto colpito dalla morte di Alexei Navalny dopo anni di persecuzione in prigione, ci stringiamo alla sua famiglia e al popolo russo", ha scritto su X il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Dopo anni di detenzione in un regime carcerario non proprio liberale la Russia perde una voce libera: siamo vicini alla famiglia e ci siamo sempre battuti, anche quando ero al Parlamento europeo, per la libertà sia in Russia sia in Bielorussia. Adesso ci sarà una voce di libertà in meno", ha continuato.
Sono "profondamente turbata e rattristata dalla notizia della morte di Alexei Navalny. Putin non teme altro che il dissenso del suo stesso popolo. Un triste promemoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime. Uniamoci nella nostra lotta per salvaguardare la libertà e la sicurezza di coloro che osano opporsi all'autocrazia". Così la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
"Alexei Navalny ha combattuto per i valori della libertà e della democrazia. Per i suoi ideali, ha fatto l'estremo sacrificio. L'Ue ritiene il regime russo l'unico responsabile di questa tragica morte. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e a coloro che lottano per la democrazia in tutto il mondo nelle condizioni più buie. I combattenti muoiono ma la lotta per la libertà non finisce mai". Così, in un post su X, il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel.
"Probabilmente ha pagato il suo coraggio con la vita", ha detto il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in conferenza stampa congiunta con il Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Navalny, ha proseguito Scholz, era un uomo coraggioso, e ha dato un segno "terribile" di cosa sia divenuta la Russia, che "da tempo non è una democrazia, ma è un regime".
"Navalny è stato ucciso e Putin dovrà rendere conto dei suoi crimine. Putin uccide sempre. Egli è la personificazione di questa guerra e non si fermerà. Possiamo solo fermarlo insieme", ha detto, invece, Zelensky.
"Questa - ha detto, invece, il premier britannico, Rishi Sunak, è una notizia terribile. Come il più accanito sostenitore della democrazia russa, Alexei Navalny ha dimostrato un coraggio incredibile per tutta la sua vita. I miei pensieri vanno alla moglie e al popolo russo, per il quale questa è un'enorme tragedia".
"Sicuramente dobbiamo accertare i fatti e la Russia dovrà rispondere a tutte le domande, domande serie, sulle cause", dichiara il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg. "Sono molto triste e preoccupato per queste notizie. Navalny è stata una forte voce per la democrazia e la Nato ha chiesto più volte il suo rilascio immediato. Oggi i miei pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi cari", continua.
"La reazione immediata dei leader della Nato alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia" fa vedere la natura di queste nazioni. Così, su Telegram, la portavoce del Ministro russo degli Esteri, Maria Zakharova. "Non esiste ancora un esame forense, ma le conclusioni dell'Occidente sono già pronte", continua.
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