Al via oggi, a Roma, il processo a carico degli 007 egiziani per il sequestro e la morte di Giulio Regeni, avvenuta al Cairo nel 2016.
Nello specifico, le accuse a loro carico sono quelle di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato.
Al processo potrebbero prendere parte, come testimoni, ex premier, ex ministri e funzionari che, all'epoca dei fatti, avevano incarichi di vertice alla Farnesina. All'udienza hanno preso parte anche i genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni, e fuori dalla cittadella si sono appostate molte persone per dare loro sostegno. E' stato anche esposto lo striscione "Verità per Giulio Regeni".
"Una giornata molto importante", hanno detto i genitori di Giulio Regeni, prima di entrare al Tribunale.
Dopo un lungo iter giudiziario e dopo che, a settembre, la Consulta aveva sbloccato l'impasse dovuta all'assenza degli imputati, il gup del Tribunale capitolino ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti del Tariq Sabir, dei colonnelli Athar Kamal e Uhsam Helmi e del maggiore Magdi Ibrahim Abdel Sharif.
Il processo vede come parte civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha chiesto un risarcimento pari a 2 milioni di euro, qualora gli imputati dovessero essere condannati. Nella costituzione di parte civile, l'Avvocatura dello Stato ha scritto che l'omicidio di Regeni è stato "un orrendo crimine" che "ha colpito profondamente la comunità nazionale, per le incomprensibili motivazioni e per le crudeli modalità di esecuzione".
"Erano otto anni che aspettavamo questo momento. Finalmente speriamo che il processo possa partire. Sono state sollevate le questioni preliminari che erano già stata rigettate in tutte le altre aule di giustizia: speriamo, dopo la decisione della Consulta che rafforza molto la nostra posizione, di potere avere un processo contro chi ha fatto tutto il male del mondo a Giulio", ha detto, al termine dell'udienza, l'avvocato Alessandra Ballerini, che insieme al collega Giacomo Satta difende i genitori di Regeni.
Durante l'udienza, i difensori degli imputati hanno avanzato alcune eccezioni per chiedere la nullità del decreto di rinvio a giudizio. Su questo, i giudici si esprimeranno il 18 marzo, data in cui verrà sciolta la riserva. Tra le questioni sollevate, l'indeterminatezza del capo d'imputazione e il difetto di giurisdizione, nonché la richiesta di notificare alle autorità egiziane che la Consulta, con la sua sentenza, ha "fatto cambiare le cose, in modo da fare dichiarare al Cairo l'assenza di loro cittadini".
A queste eccezioni, il Procuratore Aggiunto di Roma Sergio Colaiocco ha replicato in aula dicendo che, in passato, altri giudici hanno respinto la stessa richiesta, per cui ne ha chiesto il rigetto. Per questo, il giudice si è riservato di decidere alla prossima udienza, che si terrà il 18 marzo.
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