Gaza: dagli Usa no a risoluzione Onu su cessate il fuoco
Il veto era stato anticipato sabato. Idf: uccisi circa 12mila membri di Hamas.
(Prima Notizia 24)
Martedì 20 Febbraio 2024
Roma - 20 feb 2024 (Prima Notizia 24)
Il veto era stato anticipato sabato. Idf: uccisi circa 12mila membri di Hamas.
Gli Stati Uniti hanno ancora posto il veto sulla bozza di risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu dalla delegazione algerina per arrivare al "cessate il fuoco umanitario immediato" nella Striscia di Gaza.

Washington aveva anticipato sabato scorso che avrebbe posto il veto, per paura che Algeri mettesse a rischio i negoziati tra le delegazioni di Usa, Egitto, Israele e Qatar per un'altra pausa umanitaria a Gaza e per la liberazione degli ostaggi ancora prigionieri di Hamas, che il 7 ottobre aveva attaccato Israele, scatenando la reazione militare di Tel Aviv.

Stamani, le Forze di Difesa di Israele (Idf) hanno riferito di aver ucciso circa 12 mila su 30 mila membri di Hamas dall'inizio delle operazioni militari sulla Striscia di Gaza. Dal 7 ottobre scorso, hanno proseguito, sono stati eseguiti 31 mila attacchi, oltre mille dei quali in Libano e decine in Cisgiordania.

Stando al Ministero della Sanità di Gaza, posto sotto il controllo di Hamas, i morti dall'inizio della guerra sono 29.195, mentre i feriti sono 69.170.

Intanto, l'operazione militare israeliana nella Striscia non si ferma, specialmente a Khan Younis, nel Sud. Non ci sono certezze circa l'avvio di un'operazione a Rafah, dove si trovano più di 1,5 milioni di sfollati palestinesi.

Nonostante il gabinetto di guerra israeliano abbia fatto sapere più volte di avere intenzione di iniziare un'operazione, per la quale sono necessari molti uomini e mezzi, la Comunità Internazionale ha chiesto al premier, Benjamin Netanyahu, di evitare altre morti tra i civili. Intanto, prosegue il dialogo tra le cancellerie di Usa, Israele, Qatar ed Egitto per avviare una tregua umanitaria e liberare gli ostaggi, ma nel giorno in cui il leader di Hamas, Ysmail Haniyeh si è recato al Cairo per parlare della tregua, fonti palestinesi non lasciano spazio ad alcuna illusione.

Il canale diplomatico al Consiglio di Sicurezza, citato stamani dall'Ambasciatrice Usa all'Onu Linda Thomas-Greenfield, è alla base del veto americano alla proposta algerina: “Chiedere un cessate il fuoco immediato e incondizionato senza un accordo che richieda ad Hamas di liberare gli ostaggi non porterà a una pace duratura, ma potrebbe anzi estendere i combattimenti”, ha dichiarato l'Ambasciatrice.

Il testo algerino è sostenuto da 13 Paesi membri del Consiglio, mentre il Regno Unito ha optato per l'astensione. E' il terzo veto posto da Washington all'Onu dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas. “Votare a favore di questa bozza significa sostenere il diritto alla vita dei palestinesi, mentre opporsi significa sostenere la violenza brutale nei loro confronti”, ha dichiarato prima del voto l'Ambasciatore algerino all'Onu, Amar Bendjama.

Nel caso fosse raggiunta, l'intesa porterebbe ad un “immediato e sostenibile periodo di calma a Gaza di sei settimane”. Nonostante ci siano ancora “divergenze” su “elementi chiavi”, Thomas-Greenfield ha dichiarato che l'intesa potrebbe “aiutare a creare le condizioni” per mettere fine al conflitto.

“Capisco il desiderio del Consiglio di agire immediatamente, ma questo non ci può rendere ciechi di fronte alla realtà della situazione sul terreno”, ha proseguito Thomas-Greenfield, sottolineando che i negoziati rappresentano “l’unico, ripeto, l’unico percorso disponibile” per arrivare alla pace.

Secondo Thomas-Greenfield, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu dovrebbe “aiutare, e non ostacolare, queste importanti trattative: e riteniamo che la bozza” algerina “possa avere un impatto negativo”. Il cessate il fuoco immediato senza “chiedere ad Hamas di liberare gli ostaggi, non porterebbe una pace duratura”.

Washington ha presentato un'altra bozza, in cui non chiede il “cessate il fuoco immediato”, ma quello "temporaneo" e chiede di non procedere con un'operazione militare di vasta scala su Rafah.

Fino ad ora, Washington ha preferito chiedere una “pausa umanitaria” per liberare gli ostaggi e permettere il rafforzamento degli aiuti umanitari per i civili palestinesi, piuttosto che dare il suo sostegno ad un cessate il fuoco immediato. Dunque, il nuovo testo riflette la frustrazione del governo americano verso quello guidato da Netanyahu.

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