Almeno 800 accessi abusivi a banche dati per spiare politici e vip: è l'accusa mossa nei confronti dell'ufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, sotto indagine insieme con altre 14 persone nell'ambito del processo sul dossieraggio di numerose personalità.
L'inchiesta, partita da Roma, ora è nelle mani della Procura di Perugia. Tra gli indagati figura anche il magistrato antimafia Antonio Laudati.
Stando a quanto emerge dalle indagini, le informazioni giungevano attraverso un altro indagato e altri ufficiali delle Fiamme Gialle.
Tra le vittime ci sarebbero anche il senatore e sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon, l’Europarlamentare Matteo Adinolfi, l'ex Capogruppo della Lega alla Regione Lazio Angelo Tripodi e l'ex candidato a Sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo. I dati sarebbero stati passati da Striano alla stampa.
Intanto, il Procuratore Aggiunto di Roma, Giuseppe Cascini, ha avviato un'indagine in merito alle accuse rivolte al Presidente della Figc, Gabriele Gravina. L'indagine è partita da una segnalazione della Dna secondo cui Gravina avrebbe commesso atti illeciti, ma le accuse sono tutte da verificare. Per il momento, l'indagine è a carico di ignoti.
“Pezzi di Stato che lavorano contro altri pezzi di Stato, ascoltato spiando anche qualcuno che è è seduto qua, una vergogna di stampo sovietico”, ha dichiarato stamani, a Genova, il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini.
“Siamo di fronte a una P2 moltiplicata per cento quindi bisogna tenere alta la guardia. Chi ha conflitti d’interessi non partecipi alla Commissione Antimafia, mi riferisco a chi è stato alla guida della Direzione nazionale antimafia. Che poi la cultura del sospetto l’hanno creata i grillini”, ha detto il Capogruppo di Forza Italia in Senato, Maurizio Gasparri.
“Dopo l’esposto del Ministro della Difesa Guido Crosetto tre giornalisti del quotidiano Domani sono finiti sotto inchiesta a Perugia per accesso abusivo e rivelazione di segreto. Ai tre cronisti e all’intera redazione del quotidiano va la nostra solidarietà. La loro unica colpa è quella di aver raccontato la verità”, scrive, in una nota, l'europarlamentare del M5S, Sabrina Pignedoli.
“La legge professionale n. 69/1963 e la legge sulla privacy del 1996 tutelano il segreto dei giornalisti sulla fonte delle notizie. Chi dalla destra parla di Dossieraggio lo fa solo per gettare fumo negli occhi dei cittadini: le uniche intenzioni dei giornalisti infatti erano quelle di raccontare notizie e non di ricattare i potenti come invece fa chi fabbrica dossier. Consideriamo tutta questa vicenda dunque - conclude l'europarlamentare - come un grave sopruso ai danni della stampa libera”.
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