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Grazie al passaparola, il film ha incassato 600 mila euro.
Grazie al passaparola, il film ha incassato 600 mila euro.
"Vermiglio" di Maura Delpero sta scalando il box office: grazie al passaparola, il film premiato con il Leone d'argento Gran Premio della giuria a Venezia 81 ha superato i 600 mila euro d'incasso e guadagnato il secondo posto.
Dunque, questo film in dialetto della Val di Sole, uscito due settimane fa, passa da 25 a 200 copie nel weekend. E' una cosa positiva per il cinema italiano e, soprattutto, una grandissima forma di sostegno in vista della lunga strada verso candidatura agli Oscar come Miglior Film Straniero.
Intanto, la prima tappa da raggiungere è l'ingresso nella shortlist, che sarà annunciata il 17 dicembre. Intanto, il film sta girando il mondo, da un festival all'altro, per cercare di farsi strada, ma, come ha detto la Delpero, c'è il mondo, con film fantastici.
Tra gli sfidanti, infatti, ci sono opere di grandi qualità: secondo le previsioni, per la Francia dovrebbe gareggiare Emilia Perez di Jacques Audiard, che ha estasiato Cannes e vinto il Premio della Giuria e il premio per la miglior interpretazione femminile, condiviso da Karla Sofía Gascón, Adriana Paz, Zoe Saldana e Selena Gomez.
Sostenuto da Netflix, che lo distribuirà in Nord America, il film è un grande mix di dramma, musical, storia d'amore ed azione, tutto ambientato nel mondo dei Narcos messicani. Con questo film, Netflix punta a tutte le candidature, in particolare quella per l'Oscar alla Migliore Attrice, con la Gascón che potrebbe anche diventare la prima attrice trans candidata.
Potrebbe essere in gara anche il Brasile, con I'm Still Here, il dramma firmato da Walter Salles, incentrato sulla storia vera dell'ex deputato laburista Rubens Paiva, desaparecido nel corso della dittatura degli anni Settanta, e della lotta della moglie Eunice, magistralmente interpretata da Fernanda Torres, perché la sua sparizione fosse riconosciuta come atto criminale. Il film, che a Venezia81 ha ricevuto il Premio per la Migliore Sceneggiatura, è distribuito in America da Sony Pictures Classics.
Per la Germania, la speranza è Il Seme del Fico Sacro, film-manifesto contro il regime iraniano, firmato dal regista e rifugiato Mohammad Rasoulof, condannato in patria a 8 anni di prigione. Il film, che racconta la violenza e la paranoia dei Guardiani della Rivoluzione, più forte della famiglia e dei suoi valori, ha emozionato Cannes, dove ha vinto il Premio speciale per la migliore sceneggiatura.
Per l'Argentina, invece, potrebbe esserci El Jockey di Luis Ortega, in concorso a Venezia, che racconta la vita di Remo Manfredini, leggendario e autodistruttivo fantino legato ad un boss della mafia.
La Danimarca punta a entrare in cinquina con il dramma in bianco e nero The Girl with the Needle di Magnus von Horn, presentato in concorso a Cannes 77, che racconta la storia di Karoline, giovane operaia che vive nella Copenaghen del dopoguerra, incinta e abbandonata da tutti, e cerca di uscire dalla povertà entrando in un giro di adozioni clandestina.
Anche il Portogallo potrebbe avere una chance, grazie a Grand Tour di Miguel Gomes. Il film, che ha vinto a Cannes il Premio per la migliore regia, è ambientato nella Birmania del primo Novecento e racconta un viaggio in bianco e nero nell'Asia dell'Impero britannico.
Per il Senegal, infine, sarebbe in gara il documentario Dahomey di Mati Diop, vincitore dell'Orso d'Oro al 74esimo Festival di Berlino, che parla dei tesori reali Regno del Dahomey che le truppe francesi saccheggiarono nel 1892 e che stanno per lasciare Parigi per ritornare in Benin, il loro Paese d'origine.