E' polemica per una foto contro Giorgia Meloni, che la ritrae a testa in giù, pubblicata in una storia su Instagram dal direttore del Museo di Ostuni, Luca Dell'Atti.
La foto è tra le storie del profilo di Dell'Atti, che si riferiscono anche alle Foibe e alle critiche su Sanremo in merito alla guerra tra Israele e Hamas.
Il coordinatore di FdI della Proivncia di Brindisi, Luigi Caroli, chiede che Dell'Atti venga rimosso dal suo incarico: "Siamo di fronte ad un gesto vergognoso di una gravità inaudita - dice - ed è necessario che il sindaco di Ostuni e l'amministrazione provvedano immediatamente a revocare l'incarico conferito da poco a chi ha pubblicato quella foto".
"Chi decide di ricoprire un ruolo - conclude - lo deve fare in maniera equilibrata, serena e nel rispetto delle Istituzioni".
"Un'immagine della premier Meloni a testa in giù: certi linguaggi sono deplorevoli e ignobili, lo sono ancora di più se arrivano da chi ha la responsabilità di presiedere un'istituzione culturale o un museo. Esprimo solidarietà alla presidente Meloni e mi auguro che il signor Luca Dell'Atti torni presto a casa. La cultura italiana non ha bisogno certamente di lui", ha dichiarato, invece, il senatore e presidente nazionale dell'Udc, Antonio De Poli.
"Se un uomo di cultura, quale dovrebbe essere ed il condizionale è d'obbligo, il presidente di un Museo arriva a pubblicare la foto di una persona, di una donna, peraltro Presidente del Consiglio, a testa in giù, è di tutta evidenza che non possa continuare a rivestire un incarico pubblico. Deve andare a casa a fare altro". Così, in una nota, Dario Iaia, deputato di Fratelli d'Italia.
"Il direttore del Museo di Ostuni ha pubblicato una foto del Presidente Meloni a testa all'ingiù. Questa volta la sinistra romperà il muro del silenzio? Chiederanno le dimissioni di una persona il cui profilo è evidentemente più adatto a frequentare il centro sociale Askatasuna che a dirigere un museo comunale? O a Brindisi, come a Torino, la sinistra santificherà chi propone la violenza come metodo di lotta politica? Per l'ipotesi che ancora una volta calerà il silenzio, provo a fare una modesta proposta: il Sindaco di Torino potrebbe caricarsi questo scienziato per dirigere Askatasuna, suo nuovo fiore all'occhiello", ha dichiarato, in una nota, il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
In una nota, il Comune di Ostuni fa sapere che prende "in maniera chiara e netta le distanze da quanto pubblicato sui suoi profili social dal professor Luca Dell'Atti, presidente dell'Istituzione Museo Civico di Ostuni".
"Sin dal mio insediamento, grazie al lavoro della Giunta, di tutte le forze politiche che compongono la maggioranza e della macchina amministrativa, - ha spiegato il Sindaco, Angelo Pomes - anche attraverso un dialogo costruttivo con le forze di opposizione, abbiamo avviato un percorso nuovo che ha come obiettivo quello di riportare la nostra città ad essere protagonista nel panorama locale e nazionale".
"Ovviamente non è quanto apparso oggi sulla rete il motivo per il quale vogliamo che si parli di Ostuni e delle sue istituzioni. Stiamo facendo ogni sforzo per restituire credibilità alle Istituzioni e per recuperare la fiducia dei cittadini, messa a dura prova negli ultimi anni", ha continuato Pomes.
"Questa circostanza rappresenta un danno all'immagine della nostra città ed al percorso virtuoso avviato. Ribadisco, pertanto, la piena presa di distanza da quanto pubblicato a titolo personale dal presidente del Museo e, in attesa di incontralo per gli opportuni chiarimenti, mi riservo - ha concluso il Sindaco di Ostuni - di assumere ogni e qualsiasi decisione per tutelare l'istituzione e tutto il lavoro portato avanti in questi mesi dall'amministrazione comunale".
Dopo il vespaio di polemiche, in una nota, Dell'Atti ha chiesto ufficialmente scusa: "All'onorevole Giorgia Meloni porgo le mie scuse umane, sincere e sentite per l'immagine di pessimo gusto che ho, improvvidamente, postato sulle mie storie Instagram. L'ho fatto sull'impeto di una critica (poco attenta nelle modalità) sulle posizioni assunte dalla presidente del Consiglio con riferimento alla giornata del ricordo", ha scritto.
"La leggerezza del mio gesto mediatico non ha nulla a che fare con la mia personalità, tutt'altro che violenta. La mia famiglia, la mia storia politica, la mia professione, le mie amicizie dimostrano la mia completa lontananza da modalità e messaggi violenti di qualunque tipo.
In parole più chiare: per i miei valori e la mia sensibilità, non potrei neppure concepire di augurarmi la morte di qualcuno", ha continuato Dell'Atti, precisando di scusarsi "con tutte le persone che mi stimano e conoscono, con l'istituzione museo e il Comune di Ostuni se, per una superficialità istintiva, ho dato a qualcuno la possibilità di mettere in dubbio la mia serietà e professionalità".
"Una storia Instagram, però, non ha a niente a che fare con la gestione del museo di Ostuni. Riconosco la totale inopportunità della pubblicazione, che infatti ho provveduto a rimuovere, ma respingo qualunque accusa relativa alla 'agibilità democratica' della gestione del museo, come qualcuno ha detto", ha scritto ancora Dell'Atti.
"Ripeto: si è trattato di uno scivolone di cattivo gusto, che ha trovato luogo su un social, che (per ragioni anche anagrafiche) sono abituato a gestire come uno spazio personale. Non certo in pubblica piazza, o sui giornali o ancora nell'esercizio delle mie funzionai di rappresentanza del Museo.
La dimensione mediatica è del tutto sproporzionata all'effettività del gesto, in considerazione del luogo, del momento e del canale tramite cui è stato veicolato. Ecco perché, una volta di più, mi scuso, con autentica convinzione, ma non sono disposto - ha concluso - a consentire che la mia persona e la mia figura siano infangate per una reazione mediatica indebita e fuori controllo".
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