Nel 74esimo giorno del conflitto tra Israele e Hamas, potrebbe aprirsi un nuovo spiraglio per una tregua.
Il Presidente israeliano Isaac Herzog, infatti, ha fatto sapere che Israele è “pronto” a siglare un'altra intesa per una tregua, la seconda dopo quella firmata il 24 novembre e terminata il 1 dicembre, e permettere l'arrivo di altri aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, e permettere la liberazione di altri ostaggi detenuti dai fondamentalisti islamici.
Un alto funzionario di Hamas, Basem Naem, ha precisato che gli ostaggi non saranno liberati fino a quando “non smetterà la guerra genocida”.
Stando a quanto fanno sapere le autorità palestinesi di Gaza, dall'inizio della guerra sono morte quasi 20 mila persone. Tra questi, secondo Tel Aviv, ci sono anche 7 mila “terroristi”.
L'apertura israeliana ad una nuova tregua avviene dopo i colloqui che il capo del Mossad, David Barnea, ha avuto a Oslo nel weekend e a Varsavia ieri, con il premier qatariota, Muhammad al Thani. A Varsavia c'era anche il capo della Cia statunitense, William Burns.
Durante la prima tregua, erano stati liberati all'incirca 100 ostaggi e, in cambio, rilasciati 300 prigionieri palestinesi. A fare da mediatori alla tregua erano stati il Qatar, l'Egitto e gli Stati Uniti.
Secondo quanto riporta il quotidiano "Haaretz", proprio in Egitto è atteso, nei prossimi giorni, l'arrivo di una delegazione di Hamas. Questo, insieme ai colloqui tra i capi dell'intelligence, la dichiarazione del Presidente Herzog, fa pensare che la tregua potrebbe trasformarsi da ipotesi in soluzione concreta.
Al momento, secondo quanto fanno sapere fonti palestinesi e arabe riprese da "Haaretz", Il Cairo sta facendo pressing su Hamas, perché accetti una tregua simile a quella precedente, cioé la liberazione degli ostaggi in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi, ma i fondamentalisti starebbero insistendo sul cessate il fuoco: “I leader di Hamas all’estero credono che gli ostaggi siano la loro ultima carta per imporre un cessate il fuoco”, fanno sapere le fonti, per le quali "Hamas è convinto che dopo il rilascio degli ostaggi, Israele rinnoverà i suoi attacchi".
Le pressioni su Hamas perché dica sì all'intesa, però, sarebbero aumentate durante gli ultimi gironi, per cui è possibile che la visita della delegazione al Cairo vada in questa direzione.
La leadership di Hamas è “pienamente” colpevole di quanto sta accadendo, specialmente Yaya Sinwar, ha detto stamani il Presidente israeliano, Isaac Herzog, in un discorso di fronte agli ambasciatori di 80 Paesi.
Le organizzazioni internazionali, ha aggiunto Herzog, devono fare di più per aiutare i civili a Gaza: “Si potrebbe triplicare facilmente la quantità di camion se solo ci fosse uno sforzo da parte delle Nazioni Unite e dei suoi partner. Il mondo deve sapere che a Gaza sarebbero potute arrivare decine di migliaia di tonnellate in più al giorno”.
“Israele non è in guerra con il popolo palestinese, ma combatte il suo nemico, l’organizzazione terroristica Hamas”, ha concluso Herzog.
Stando al nuovo bollettino del Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, sono 19.667 i civili palestinesi uccisi dall'inizio del conflitto, mentre i feriti 52.586. Si tratta di cifre che non possono essere verificate, e Hamas non distingue tra civili e combattenti, così come non fa distinzione tra chi è stato ucciso dalle bombe e dall'esercito di Israele e chi è morto per i lanci di razzi verso lo Stato ebraico, caduti però all'interno della Striscia. Dall'altra parte, Israele conta, ad oggi, 132 soldati uccisi.
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