“Abbiamo l’opportunità per un cessate il fuoco immediato che può riportare a casa gli ostaggi, che può aumentare drasticamente la quantità di assistenza umanitaria che arriva ai palestinesi che ne hanno così disperatamente bisogno, e quindi anche creare le condizioni per una soluzione duratura”.
Così il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, citato da media internazionali.
“Spetta ad Hamas decidere se è pronta a impegnarsi in questo cessate il fuoco”, continua, aggiungendo che l'attuale situazione all'interno della Striscia è “semplicemente inaccettabile”.
Sono gli Stati Uniti e Israele a dover decidere sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e sul rilascio degli ostaggi. A dirlo, in un'intervista alla Nbc, è l'alto funzionario di Hamas, Bassem Naim. “Se sono seriamente intenzionati a raggiungere un cessate il fuoco prima del Ramadan, è nelle mani degli americani il compito di esercitare una pressione sufficiente sugli israeliani”, dice, a conclusione dell'ultima tornata di colloqui al Cairo, in Egitto.
Israele manterrà la libertà di culto per i musulmani nella moschea di Al-Aqsa sul Monte del Tempio di Gerusalemme, nel corso del Ramadan. Lo ha dichiarato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, citato dal "Times of Israel".
“La politica di Israele è sempre stata e sarà sempre quella di mantenere la libertà di culto per tutte le religioni. Ci siamo sempre comportati in questo modo durante le festività del Ramadan e ci comporteremo così anche adesso”, ha detto il premier. “Faremo di tutto per mantenere la libertà di culto sul Monte del Tempio, pur mantenendo adeguatamente le esigenze di sicurezza e protezione, e consentiremo al pubblico musulmano di celebrare la festa”, ha concluso.
I continui attacchi da parte degli Hezbollah libanesi stanno “avvicinando” Israele ad una possibile azione militare in Libano. Lo ha detto il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, all’inviato speciale americano nella regione, Amos Hochstein, secondo quanto fanno sapere il "Times of Israel" e l'Ufficio del Ministro della Difesa israeliano.
“Siamo impegnati nel processo diplomatico. Tuttavia, l’aggressione di Hezbollah ci sta avvicinando a un punto critico nel processo decisionale relativo alle nostre attività militari in Libano”, ha dichiarato Gallant. Il Ministro ha anche avvisato Hochstein che Hezbollah sta “trascinando le parti in una pericolosa escalation“.
“Abbiamo appreso con sgomento della strage di giovedì scorso a Gaza, un massacro di civili inermi che ha complicato negoziati“, ha detto il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante il suo intervento alla Camera, in merito alle missioni internazionali a cui l'Italia parteciperà quest'anno. “Nessuno può cancellare i fatti del 7 ottobre – ha continuato Tajani – è stata una spietata caccia all’ebreo scatenata da Hamas a provocare il conflitto ma sono troppe le vittime palestinesi che non hanno nulla a che fare con i terroristi. La strage del pane impone di intensificare gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco. Ho chiesto a Israele di accertare con rigore la dinamica dei fatti e le responsabilità”.
Intanto, non si ferma la conta delle vittime: secondo l'ultimo aggiornamento del Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, dall'inizio del conflitto i morti sono 30.631, mentre i feriti sono 72.043. Nelle ultime 24 ore, altre 97 persone sono rimaste uccise e 123 hanno riportato ferite.
Nel corso dei suoi incontri negli Stati Uniti, il membro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, “ha insistito sull’importanza di agire oggi per istituire un’amministrazione internazionale” lungo la Striscia di Gaza, “in cooperazione con i Paesi della regione e come parte della promozione dei processi di normalizzazione”. E' quanto fa sapere il National Unity Party, di cui Gantz è leader, in merito agli incontri con la vicepresidente americana, Kamala Harris, con il Consigliere Usa per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan e con altri funzionari americani. Gantz ha anche evidenziato che è importante eliminare la minaccia rappresentata da Hamas e cercare una soluzione per quanto riguarda la distribuzione degli aiuti umanitari all'interno dell'enclave palestinese.
Intanto, secondo quanto riporta il "Times of Israel", le Idf (Forze di Difesa Israeliane) hanno distrutto e sigillato il tunnel più grande che Hamas abbia costruito nella Striscia di Gaza. Durante queste ultime settimane, le Idf avevano continuato a indagare sul tunnel, per poi demolirlo. Gli ingegneri militari hanno fatto saltare in aria parti della galleria, mentre il rimanente è stato sigillato con colate di cemento.
La profondità del tunnel arrivava fino a 50 metri, e in alcuni punti era abbastanza largo da permettere il passaggio di veicoli. Secondo i funzionari israeliani, quel tunnel serviva a fini offensivi, sebbene non arrivasse in territorio israeliano. Uno dei pozzi è stato rinvenuto a 400 metri dal valico di Erez, che fino all'attacco compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso permetteva ai palestinesi di muoversi in Israele per motivi di lavoro o di salute.
Le operazioni militari continuano anche a Khan Younis, dove la 98esima divisione delle Idf ha catturato molti miliziani, all'interno del complesso residenziale di Hamad Town. E' quanto fa sapere il "Times of Israel", che riprende le Idf. Nello specifico, i militari della Brigata si sono introdotti nei siti di Hamas all'interno del quartiere, sequestrando moltissime armi e facilitando la fuga dei civili dalla zona. Durante l'operazione, moltissimi miliziani di Hamas e della Jihad sono stati catturati mentre stavano scappando insieme ai civili.
Il Segretario Generale dell'Onu, Antònio Guterres, “sta lavorando per riscrivere il serio rapporto da lui stesso commissionato sui crimini sessuali di Hamas, cerca di escludere le responsabilità di Hamas e non sta ordinando un’immediata riunione del Consiglio di sicurezza per discutere il rapporto e dichiarare Hamas un’organizzazione terroristica – con tutte le sanzioni richieste – e chiedere il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. Così, su X, il Ministro israeliano degli Esteri, Israel Katz, ha spiegato il motivo per cui Israele ha richiamato per consultazioni il suo Ambasciatore all'Onu.
Lo Stato ebraico, prosegue Katz, non permetterà al Segretario Generale delle Nazioni Unite “e ai suoi amici di negare il rapporto”.Guterres, conclude Katz, ha “abbassato il livello dell’organizzazione, ignorando i terribili crimini contro l’umanità commessi contro ebrei e israeliani mentre è costantemente impegnato in tentativi per screditare Israele e il suo diritto all’autodifesa”.
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