“Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza.
Consentitemi, tuttavia, di sottolineare il diritto degli appartenenti alle Forze di Polizia di non subire processi sommari. Sono lavoratori che al pari di tutti gli altri meritano il massimo rispetto”.
Così il Ministro dell'Interno, applaudito dalla maggioranza, nel corso dell'informativa urgente alla Camera dei Deputati, in merito ai cortei di Pisa e Firenze di venerdì scorso.
Gestire l'ordine pubblico, ha proseguito Piantedosi, “è un impegno quotidiano, delicato e non privo di rischi, svolto con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa. Respingo fermamente ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle Forze di Polizia, presidio delle istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero, in piena sicurezza per i manifestanti stessi, gli operatori di Polizia, i cittadini e i luoghi interessati”.
Lunedì scorso, con il Capo della Polizia, “ho avuto un incontro con i vertici nazionali dei sindacati confederali, nel corso del quale ho ribadito che il governo non ha cambiato la strategia di gestione dell’ordine pubblico”, ha ribadito il ministro dell’Interno. Ho espresso, inoltre, da parte di tutto il governo, la massima fiducia nei confronti delle Forze di Polizia.
Donne e uomini in divisa, servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità, pur consapevoli dei rischi per la loro incolumità e delle possibili conseguenze del loro operato in contesti difficili. L’incontro è stata anche l’occasione per ribadire la necessità di mantenere un confronto costante con le organizzazioni sindacali sui temi di maggiore interesse”.
I dati relativi alle manifestazioni “smentiscono in maniera inequivocabile una presunta strategia di contrazione della libertà di espressione in Italia”, ha evidenziato il Ministro.
“Va, pertanto, fermamente respinta ogni suggestione che vi sia un disegno del governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle Forze di Polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico – ha detto ancora il titolare del Viminale -. Non vi è, e mai vi potrà essere, alcuna direttiva ministeriale in tal senso e, neanche, indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell’ordine pubblico.
Da sempre, a prescindere dal colore politico dell’esecutivo in carica, le modalità di gestione delle manifestazioni di piazza sono improntate a equilibrio e professionalità, indirizzate al prudente apprezzamento delle circostanze, all’applicazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza nella modulazione dei dispositivi predisposti e alla ricerca di ogni possibile interlocuzione e mediazione con gli organizzatori”.
“Come detto, siamo di fronte a episodi specifici in corso di valutazione e, lo ribadisco, non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico. Peraltro, come è stato pubblicamente ricordato da più parti, negli scorsi anni, e con governi di orientamento politico diverso dall’attuale, sono avvenuti accadimenti analoghi, con incidenti talvolta ancor più gravi.
I responsabili della sicurezza agiscono sulla base di valutazioni operative fatte sul ‘campo’, sullo scenario che si presenta di volta in volta, e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico”, ha detto ancora Piantedosi.
Secondo il Ministro, “il compito delle Forze di Polizia, nei complessi scenari in cui sono chiamate ad operare, va sostenuto con fiducia e senza pregiudizi, garantendo loro, specie nei servizi di ordine pubblico, la possibilità di operare con la necessaria serenità, condizione imprescindibile per gestire i rischi legati a contesti particolarmente impegnativi”.
“In tal senso, preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza, evitare comportamenti provocatori o violenti, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta tutti a concorrere all’obiettivo di quella complessa ricerca del punto di equilibrio tra la libera manifestazione del pensiero, diritto alla pacifica riunione e l’altrettanto doverosa salvaguardia della sicurezza pubblica”.
“Nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle Forze dell’ordine, ha come obiettivo prioritario e missione fondamentale che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dalle motivazioni e dai contenuti delle iniziative”, ha evidenziato ancora Piantedosi.
“Condivido anche il precedente richiamo del presidente della Repubblica contro la ‘intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese’. È un monito per tutti alla necessità di moderazione e al senso di responsabilità, senza i quali si rischia solo di inasprire il confronto e offrire il pretesto a chi vuole alimentare lo scontro”, ha continuato.
“Abbiamo di fronte un periodo caratterizzato da crisi internazionali, problematiche socioeconomiche e impegni elettorali che potrà vedere l’accentuarsi dei livelli di conflittualità – ha detto ancora il capo del Viminale -. Per questo, auspico che vi sia da parte di tutte le forze politiche una comune volontà di abbassare i toni, senza mai rinunciare alla dialettica democratica”.
“L’ordine pubblico va lasciato fuori da ogni speculazione e le Forze di Polizia, sempre sottoposte al controllo democratico, devono essere preservate da pericolosi tentativi di strumentalizzazione. Non dobbiamo dimenticare la capacità delle nostre istituzioni, e di tutte le forze politiche, di attingere a una riserva di saggezza e di equilibrio nell’interesse generale dei cittadini, dimostrata, anche nei momenti più difficili della nostra storia repubblicana, in presenza di forti contrapposizioni ideologiche o di rilevanti tensioni sociali”, ha proseguito Piantedosi.
“Il rischio di incidenti e di scontri è pari a zero se i manifestanti non pongono in essere comportamenti pericolosi o violenti, rispettando le regole. Il rispetto delle regole, infatti, agevola il dialogo tra gli organizzatori e gli uffici delle questure, in modo che ogni evento possa svolgersi senza fraintendimenti forieri di possibili tensioni”, ha sottolineato ancora il Ministro.
“D’altro canto, è anche utile a prevenire possibili tentativi di infiltrazione da parte di soggetti di area antagonista o estremista che, come dimostra l’esperienza storicamente maturata sul campo, possono arrivare a condizionare fortemente le modalità della protesta, facendo, non di rado, uso della violenza e cercando, in tali occasioni, spazi di visibilità. È un rischio assolutamente da scongiurare, ancor di più nelle iniziative alle quali partecipano ragazzi di giovane età”, ha concluso Piantedosi.
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