Caso Sangiuliano, Giunta Immunità Senato: no ad acquisizione chat

Bocciata la richiesta presentata dal Tribunale dei Ministri.

(Prima Notizia 24)
Martedì 29 Ottobre 2024
Roma - 29 ott 2024 (Prima Notizia 24)

Bocciata la richiesta presentata dal Tribunale dei Ministri.

No all'acquisizione delle chat dell'ex Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: lo ha stabilito la Giunta per le Immunità del Senato, respingendo la richiesta presentata dal Tribunale dei Ministri di acquisire la corrispondenza del giornalista, in seguito all'inchiesta aperta dalla Procura di Roma per peculato e rivelazione del segreto d'ufficio per la nomina, poi saltata, di Maria Rosaria Boccia.

La Giunta ha approvato una relazione del senatore di Forza Italia, Adriano Paroli, che chiedeva di negare l'autorizzazione.

La Procura capitolina aveva aperto l'inchiesta dopo una denuncia presentata dal deputato di Avs, Angelo Bonelli. La decisione sul caso spetta alla Giunta del Senato perché competente sui ministri che non sono parlamentari.

Nel pomeriggio, la relazione approvata dalla Giunta, in cui si parla di "fumus persecutionis" nei confronti di Sangiuliano, sarà votata a Palazzo Madama.

“È stata approvata la relazione” del senatore Adriano Paroli, “tutta l’opposizione aveva votato contro quelle che sono le risultanze della relazione, mentre la maggioranza ha dato manforte al relatore stesso votando in maniera favorevole. Questo oggi sarà il primo provvedimento che arriverà in Aula”, ha detto la senatrice del M5S, Ada Lopreiato, all'uscita dalla riunione della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama.

“La questione – ha aggiunto – è l’autorizzazione della corrispondenza WhatsApp che intercorre quindi tra Sangiuliano e la Boccia, nel procedimento penale che vede Sangiuliano indagato a seguito di una denuncia avanzata dal deputato Bonelli. Viene evocato il ‘fumus persecutionis’ di secondo grado, chiaramente l’opposizione ha evidenziato la sua inesistenza, cosa che invece il relatore ritiene che sussista, così come la maggioranza, che ha avallato quello che ha detto il relatore in questo senso. Noi invece sul reato” di rivelazione di segreti d’ufficio, uno dei due di cui Sangiuliano è accusato, oltre al peculato, “riteniamo che sia la prova unica del fatto stesso, e quindi riteniamo inesistente” il 'fumus persecutionis', ha concluso Lopreiato.

“Noi abbiamo votato contro sulla base proprio dello schema logico seguito nella relazione. Nella richiesta del Tribunale dei ministri si fa riferimento all’esposto, richiamandolo in modo circostanziato, e si dice che la ricerca di questo mezzo di prova, ovvero l’acquisizione della corrispondenza, è indispensabile e rilevante per decidere, come la legge prescrive, se passare alla fase successiva di una richiesta di autorizzazione a procedere o archiviarla da subito. Quindi tra l’altro anche a garanzia in questo caso di Sangiuliano. Se devi accertare una violazione di segreti d’ufficio, l’acquisizione della corrispondenza è necessaria, altrimenti come lo provi?”, ha spiegato la senatrice del Pd, Anna Rossomando.

“Diciamo che quello – ha continuato il senatore di Italia Viva, Ivan Scalfarotto – non è un mezzo di prova di un reato esterno è il fatto del reato: cioè dato che il reato è la rivelazione di segreto d’ufficio, l’acquisizione dei documenti non serve a verificare se c’è stata ad esempio una ipotesi di corruzione, ma è il fatto stesso che in quei messaggi si siano rivelati fatti di ufficio che prova il reato stesso. Quindi non è un’acquisizione rilevante ai fini della prova. È, come dice il tribunale, indispensabile, perché potrebbe essere proprio, come dire, il corpo del reato“.


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