Caso Cecilia Sala: la Procura di Milano dice no ai domiciliari per Abedini, "persiste rischio di fuga"

Sul caso deciderà la Corte d'Appello. Teheran: "Accelerare la liberazione". Gli Usa: "E' pericoloso, deve restare in carcere".

(Prima Notizia 24)
Giovedì 02 Gennaio 2025
Milano - 02 gen 2025 (Prima Notizia 24)

Sul caso deciderà la Corte d'Appello. Teheran: "Accelerare la liberazione". Gli Usa: "E' pericoloso, deve restare in carcere".

C'è il "parere negativo" da parte del Procuratore Generale di Milano in merito alla richiesta degli arresti domiciliari per Mohammed Abedini, il 38enne iraniano arrestato il 16 dicembre a Malpensa, come richiesto dagli Stati Uniti. Il parere arriva mentre la giornalista del Foglio e podcaster di Chora Media, Cecilia Sala, è ancora in carcere a Teheran.

In una nota, la Procura Generale meneghina ha spiegato che "le circostanze" esposte nella richiesta, tra cui la messa a disposizione "di un appartamento e il sostegno economico da parte del Consolato dell'Iran", oltre a "divieto di espatrio e obbligo di firma", non costituirebbero "una idonea garanzia per contrastare il pericolo di fuga del cittadino iraniano, di cui gli Usa hanno chiesto l'estradizione".

Ora, spetta ai giudici della Corte d'Appello se accogliere o meno la richiesta presentata dal legale dell'iraniano, Alfredo De Francesco. L'udienza sarà fissata dopo il 14 gennaio.

"Si ritiene - spiega la Procura Generale di Milano nella nota - che le circostanze rappresentate nella richiesta, in particolare la messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del Consolato dell'Iran unitamente a eventuali divieto di espatrio e obbligo di firma non costituiscano una idonea garanzia per contrastare il pericolo di fuga del cittadino iraniano di cui gli Usa hanno chiesto l'estradizione".

Per quanto riguarda le accuse mosse dagli Stati Uniti, i giudici milanesi si riservano di fare "una approfondita e completa valutazione degli atti che verranno trasmessi alle autorità" di Washington.

Da parte sua, dopo la convocazione alla Farnesina dell'ambasciatore Mohammed Reza Sabouri sul caso Sala, l'Ambasciata iraniana a Roma ha fatto sapere che Teheran si aspetta che si velocizzi "la liberazione del cittadino iraniano detenuto, vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno". "Nell'amichevole colloquio col ministero degli Esteri si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse, e sulla detenzione di Cecilia Sala", ha fatto sapere l'Ambasciata iraniana su X, mettendo a raffronto le due situazioni.

"L'ambasciatore del nostro Paese - ha proseguito l'Ambasciata - ha annunciato in questo incontro che sin dai primi momenti dell'arresto della signora Sala, secondo l'approccio islamico e sulla base di considerazioni umanitarie si è garantito l'accesso consolare all'ambasciata italiana a Teheran, sono state inoltre fornite alla signora Sala tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari e ci si aspetta dal governo italiano, che reciprocamente oltre ad accelerare la liberazione del cittadino iraniano detenuto, vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno".

"Mohammad Abedini Najafabadi è un soggetto pericoloso e deve rimanere in carcere". E' quanto hanno scritto gli investigatori del Dipartimento di Giustizia degli Usa ai giudici della quinta sezione penale della corte d'Appello di Milano, chiamati a decidere sull'arresto di Abedini. Gli Usa hanno chiesto all'Italia di estradare l'imprenditore 38enne, accusato di cospirazione perché avrebbe esportato componenti elettronici dagli Usa all'Iran, in violazione delle leggi americane sull'esportazione e delle sanzioni internazionali contro Teheran.

Dopo che Abedini è stato portato in tre penitenziari, la Procura di Milano ha avviato un'indagine contro ignoti e senza ipotesi di reato per capire le modalità con cui la Polizia di Frontiera di Malpensa e della Sezione Antiterrorismo della Digos della locale Questura hanno effettuato l'arresto. Abedini è accusato anche di aver passato informazioni strategiche ai Guardiani della Rivoluzione: per questo, gli sono stati sequestrati i cellulari e i dispositivi informatici di cui era in possesso.


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