Scoppia la polemica, in merito ad un post pubblicato sui social da una docente dell'Università di Roma "La Sapienza", Donatella Di Cesare, in merito alla morte dell'ex brigatista Barbara Balzerani, avvenuta ieri.
"La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna", aveva scritto la docente. Il post è stato poi cancellato.
Ad aprire la polemica è il Capogruppo di FdI alla Camera, Giovanni Donzelli: “Ma davvero @DiDonadice ha fatto questo Post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le BR rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l’omicidio di Lando Conti? Non sono queste le idee che non si cancellano da insegnare alla Sapienza”, scrive su X.
“La Rettrice Antonella Polimeni esprime sconcerto per quanto dichiarato sui social media dalla professoressa Donatella Di Cesare in merito alla scomparsa Di Barbara Balzerani”, fa sapere l'Università di Roma "La Sapienza", sempre su X. “A nome di tutta la Comunità accademica, ricorda l’altissimo tributo di sangue pagato dall’Università Sapienza nella stagione del terrorismo, conferma la ferma condanna di ogni forma di violenza e prende le distanze da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratici espressi dalla Costituzione”, conclude la nota.
“Trovo inquietanti le parole espresse dalla professoressa Donatella Di Cesare a proposito Di Barbara Balzerani. Da parte mia assoluto rispetto per la morte Di una persona. Ma non posso non rimanere impietrito Di fronte al giudizio politico sul fenomeno delle BR”. Lo ha dichiarato il senatore del Pd, Francesco Verducci, vicepresidente Commissione Antidiscriminazioni del Senato.
“Le Brigate Rosse – ha continuato – sono state una minaccia serissima per la nostra democrazia e libertà, per la nostra Repubblica. Le Brigate Rosse sono state una fazione terrorista che ha causato una scia insopportabile di sangue, dolore e violenza omicida che ha segnato per sempre la vita di migliaia di persone, colpite direttamente, e dell’intero Paese. Una grande mobilitazione collettiva e democratica fu argine alla follia sanguinaria del terrorismo”.
“Penso sia molto grave trasmettere all’opinione pubblica una visione distorta, ambigua e addirittura in qualche modo empatica del terrorismo. Penso sia dovere, in particolare Di chi ha responsabilità pubbliche, esprimere un giudizio nettissimo Di condanna Di una vicenda così traumatica e drammatica per il nostro Paese. In particolare per la responsabilità che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni”, ha concluso Verducci.
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