Abruzzo, Marsilio confermato Presidente: "Scritta pagina di storia, verità ha vinto contro menzogna"
“Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo e non sarà il futuro dell’Italia”.
(Prima Notizia 24)
Lunedì 11 Marzo 2024
Pescara - 11 mar 2024 (Prima Notizia 24)
“Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo e non sarà il futuro dell’Italia”.
Il candidato del centrodestra Marco Marsilio è stato riconfermato come Presidente della Regione Abruzzo, con il 53,5% dei consensi, 7 punti percentuali in più rispetto al candidato del centrosinistra, Luciano D'Amico, che si ferma al 46,5%, nonostante abbia avuto l'appoggio, per la prima volta, del Pd, del M5S, di Azione, Italia Viva e Sinistra Italiana.

E' la prima volta che un Presidente uscente viene riconfermato in Abruzzo.

“E’ stata scritta una pagina di storia: avevo promesso che all’una, massimo alle due di notte, li avremmo mandati a dormire con dieci punti di vantaggio. Qualcuno ci ha sottovalutato e ancora raccontava di un testa a testa che non è mai esistito, se non nei sogni di chi ha provato ha raccontare un altro Abruzzo”, ha detto Marsilio, al suo arrivo al comitato elettorale.

“Ha vinto la verità contro la menzogna e la calunnia”, ha aggiunto, e soprattutto, in riferimento alla situazione a livello nazionale, “il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo e non sarà il futuro dell’Italia”.

Niente commenti a caldo, invece, da parte di Luciano D'Amico, che rimanda tutto ad una conferenza stampa, in programma per oggi. Analizzando i voti raccolti dai partiti, si evince, per quanto riguarda il centrodestra che Fratelli d'Italia è primo con il 24,10. Seguono Forza Italia, al 13,44%, la Lega, al 7,56%, la Lista Civica "Marsilio Presidente", al 5,72%, Noi Moderati, al 2,68%.

Nel centrosinistra, invece, il Pd ha ottenuto il 20,29% delle preferenze, staccando la Lista "Abruzzo Insieme", che raccoglie il 7,66%, il M5S, al 7,01%, Azione, al 4%, Avs (Alleanza Verdi-Sinistra) al 3,57%, e i riformati civici, che raccolgono il 2,81%.

Notevole il calo dell'affluenza: nonostante le voci di un ritorno alle urne, specialmente per gli indecisi di centrosinistra, dopo il voto in Sardegna, si è recato al seggio il 52,20% degli aventi diritto al voto, circa un punto in meno rispetto al 53,11 registrato nel 2019.

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