Ue, Coldiretti: bene riforma Dop e Igp, vale 20 mld, Italia leader
Prandini: “Difesa indicazioni geografiche importante per lotta al falso Made in Italy anche sul web”.
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Mercoledì 28 Febbraio 2024
Roma - 28 feb 2024 (Prima Notizia 24)
Prandini: “Difesa indicazioni geografiche importante per lotta al falso Made in Italy anche sul web”.
“La riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) tutela il primato italiano nell’Unione Europea con 892 prodotti riconosciuti, tra alimentari, vini e liquori, che sviluppano un valore di oltre 20 miliardi di euro e danno lavoro a 890mila persone impegnate nelle filiere”.

E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento all’approvazione definitiva al Parlamento Europeo della riforma delle Indicazioni geografiche (IG) dopo quasi tre anni di negoziato.

“Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro” prosegue Prandini, sottolineando che “il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che, oltre all’impatto economico e occupazionale, rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese. Un risultato ottenuto grazie al nostro impegno di questi anni in sinergia con tanti europarlamentari italiani a partire dal relatore Paolo De Castro”.

La riforma prevede, come richiesto da Coldiretti, lo stop alla registrazione di menzioni tradizionali identiche o che richiamino nomi di Dop e Igp, come nel caso del Prošek, il vino croato che evoca il Prosecco italiano.

Sarà obbligatorio indicare il nome del produttore sull'etichetta di una Denominazione di Origine Protetta (Dop) o di una Indicazione Geografica Protetta (Igp), al fine di garantire la massima trasparenza ai consumatori.

Ci sarà - spiega la Coldiretti - maggiore tutela dei prodotti a indicazione d’origine anche come ingredienti in prodotti trasformati, soprattutto sul web. Il nuovo regolamento riconosce e valorizza poi le pratiche sostenibili, che comprendono aspetti ambientali, economici e sociali, inclusi il benessere animale.

Inoltre – conclude Coldiretti - conferisce maggiore autonomia ai gruppi di produttori, consentendo di istituire un sistema volontario per potenziare la loro posizione all'interno della filiera.

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