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"Se messo sotto accusa o indagato, affronterò il giudizio". Il People Power Party: "Impeachment unica via". La polizia ha cerca di perquisire di nuovo l'ufficio del Presidente.
"Se messo sotto accusa o indagato, affronterò il giudizio". Il People Power Party: "Impeachment unica via". La polizia ha cerca di perquisire di nuovo l'ufficio del Presidente.
Intendo combattere "con il popolo fino all'ultimo minuto". Così il Presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, in un nuovo discorso alla nazione, a seguito dei tumulti per la legge marziale indetta il 3 dicembre.
"Mi scuso di nuovo con le persone che devono essere state sorprese e ansiose a causa della legge marziale. Per favore, fidatevi della mia lealtà verso il popolo", ha proseguito Yoon, in vista di una nuova mozione di impeachment da parte dell'opposizione. "Non eviterò la responsabilità legale e politica riguardo alla dichiarazione della legge marziale", ha continuato, accusando i partiti di opposizione di aver portato la Corea del Sud ad una "crisi nazionale".
"Il mio tentativo di legge marziale non può configurarsi come insurrezione: si tratta di un atto dell'amministrazione governativa e non è soggetta all'esame giudiziario", ha dichiarato Yoon, secondo cui i partiti d'opposizione "paralizzano gli affari di stato e con l'abuso di impeachment" in Parlamento.
Yoon ha aggiunto di aver usato il suo potere presidenziale sulla legge marziale "per proteggere la nazione e normalizzare gli affari di Stato" contro le opposizioni, che hanno bloccato le azioni di governo: "L'ho fatto con un giudizio politico altamente calibrato e non soggetto all'esame giudiziario", come ad esempio le azioni diplomatiche o le grazie concesse dal Presidente.
"Se messo sotto accusa o indagato, affronterò il giudizio", ha garantito, tornando ad accusare le opposizioni di ostacolare il governo con mozioni di impeachment e tagli al bilancio per il prossimo anno: dopo la legge marziale, il Parlamento ha approvato il Bilancio 2025 di 673,3 trilioni di won (471,5 miliardi di dollari) senza un voto bipartisan, per la prima volta dalla democratizzazione della Corea del Sud, avvenuta nel 1987.
"L'Assemblea nazionale, dominata dal grande partito di opposizione, è diventata un mostro che distrugge l'ordine costituzionale della libera democrazia", è l'accusa lanciata da Yoon, che ha fatto riferimento al peso del Partito Democratico, che in Parlamento ha la maggioranza assoluta.
Yoon ha poi svelato di aver dato ordine all'ex capo della Difesa, Kim Yong-hyun, che intanto è stato arrestato, di monitorare il sistema di voto della Commissione elettorale nazionale, facendo sorgere dubbi in merito alla sua credibilità dopo presunti attacchi da parte di hacker nordcoreani, oltre ad aver rivelato di aver parlato soltanto con Kim dei piani per la legge marziale, e di aver informato i membri del suo gabinetto poco prima della dichiarazione.
"Combatterò fino all'ultimo momento insieme a voi", ha aggiunto, scusandosi ancora per la legge marziale. "Come può un atto di poche ore risultare un'insurrezione?", ha proseguito, ribadendo che l'opposizione ha il solo scopo di evitare che il leader Lee Jae-myung venga condannato penalmente e forzare la mano con l'impeachment.
Una tesi, questa, che trova il sostegno della testata Chosun Ilbo, secondo cui Lee insiste sulla messa in stato d'accusa per Yoon per cercare di evitare una potenziale squalifica politica, cosa che potrebbe verificarsi nel caso in cui venga condannato per vari capi d'imputazione, a iniziare dalla corruzione, e si indicano elezioni anticipate.
Nel frattempo, la Corte Suprema ha confermato la condanna a due anni di reclusione per l'ex Ministro della Giustizia e leader del Rebuilding Korea Party, Cho Kuk, per il caso di frode accademica legato ai suoi figli e per aver interferito illegalmente su un'ispezione governativa. In caso di condanna, Kuk perderà il suo seggio in Parlamento e non potrà candidarsi alle Presidenziali per i prossimi 5 anni.
Il leader del People Power Party, Han Dong-hoon, è dell'opinione che l'impeachment per Yoon sia l'unica via praticabile per proteggere la democrazia sudcoreana: "Abbiamo cercato di cercare altre opzioni che riducessero le incertezze che potrebbero essere legate all'impeachment, ma il presupposto era che il presidente accettasse le dimissioni anticipate", ha detto in conferenza stampa, invertendo la posizione assunta dal partito di governo e dallo stesso Yoon in merito alla messa in stato d'accusa. "Ma poiché il presidente non ha intenzione di farlo, altre opzioni non sono praticabili", ha continuato Han, che nel contempo ha chiesto la convocazione di un comitato etico per discutere se chiedere a Yoon che lasci il partito.
"I doveri del presidente devono essere rapidamente sospesi attraverso il processo di impeachment. Il nostro partito lo deve sostenere come una sua linea", ha continuato Han. Il motivo del cambio di rotta è dovuto al fatto che ora è "più chiaro" che Yoon non può fare il Presidente. Inoltre, il nuovo messaggio di Yoon è arrivato a sorpresa. Yoon ha difeso la dichiarazione di legge marziale come atto di governo e ha respinto le accuse di insurrezione.
Le opposizioni si dicono pronte a presentare entro oggi in Parlamento un'altra mozione di impeachment, dopo quella fallita il 7 dicembre per il boicottaggio di 105 deputati del People Power Party (su 108), che hanno scelto di abbandonare l'aula. Han ha deciso di sostenere l'impeachment, invitando gli altri a votare la nuova mozione basandosi sulla loro "convinzione" e tenendo presente la necessità "di fermare ulteriore confusione. Ora c'è un solo metodo efficace: alla prossima votazione, i parlamentari del nostro partito dovrebbero entrare in aula e prendere parte al voto in base alla propria convinzione e coscienza".
Queste affermazioni segnano un cambio di rotta sulla posizione precedente, che aveva l'obiettivo di favorire le dimissioni "ordinate" di Yoon. Han ha anche riferito che prima della conta sul voto dell'impeachment dello scorso sabato, Yoon aveva giurato di rimettere le decisioni al premier e al partito, anche quelle in merito al suo mandato.
Intanto, la polizia sudcoreana sta ancora cercando di perquisire l'Ufficio presidenziale, dopo il tentativo di ieri, fallito per l'opposizione del servizio di sicurezza. Lo ha reso noto l'Ufficio nazionale delle indagini, spiegando di aver inviato i funzionari all'Ufficio presidenziale a Yongsan, a Seul, alle 14 locali (le 6 del mattino in Italia, ndr), per l'acquisizione di documenti relativi all'imposizione della legge marziale del 3 dicembre da parte di Yoon. Secondo quanto ricorda l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, mercoledì la polizia ha tentato di perquisire alcuni uffici, ma ha ricevuto soltanto documentazioni limitate.