Cisgiordania: Israele lancia l'operazione militare "Muro di Ferro", almeno 7 morti a Jenin

Almeno 35 persone sono rimaste ferite. Netanyahu: "Operazione serve a rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria". Jihad islamica: "I palestinesi affrontino i militari con ogni mezzo". Hamas: "Noi pronti a dialogare  con Trump".

(Prima Notizia 24)
Martedì 21 Gennaio 2025
Roma - 21 gen 2025 (Prima Notizia 24)

Almeno 35 persone sono rimaste ferite. Netanyahu: "Operazione serve a rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria". Jihad islamica: "I palestinesi affrontino i militari con ogni mezzo". Hamas: "Noi pronti a dialogare  con Trump".

E' stata lanciata stamani, dalle Idf e dallo Shin Bet, un'operazione militare su larga scala a Jenin, città della Cisgiordania. E' quanto fa sapere il Times of Israel. citando una fonte secondo cui l'operazione, denominata "Muro di Ferro", dovrebbe durare “diversi giorni” e sarebbe cominciata con attacchi di droni contro alcune infrastrutture.

Secondo quanto riporta il Ministero della Salute dell'Autorità Nazionale Palestinese, attualmente il bilancio dell'operazione lanciata da Israele è di almeno 7 morti e 35 feriti.

Quest'operazione, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, rappresenta “un altro passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati, rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria”. “Stiamo operando in modo sistematico e deciso contro l’asse iraniano ovunque invii le sue armi, a Gaza, in Libano, in Siria, nello Yemen, in Giudea e in Samaria”, ha aggiunto Netanyahu, in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio.

Invitiamo la popolazione israeliana in Cisgiordania “ad affrontare, con tutti i mezzi, la campagna militare israeliana in Cisgiordania e a contrastarne gli obiettivi”. E' quanto ha chiesto la Jihad islamica, dopo l'inizio dell'operazione a Jenin. “Il lancio dell’operazione Muro di Ferro in Cisgiordania è un anello della serie di genocidi lanciati dall’entità usurpatrice contro il nostro popolo”, ha aggiunto il gruppo, citato da Al Jazeera.

“Siamo pronti a dialogare con l’America e a raggiungere intese su tutto“. Così, al New York Times, Mousa Abu Marzouk, leader di Hamas attualmente residente in Qatar. “Se non fosse stato per il presidente Trump, per la sua insistenza nel porre fine alla guerra e per l’invio di un rappresentante decisivo, l’accordo non si sarebbe mai concretizzato”, ha continuato, riferendosi all'inviato statunitense in Medio Oriente Steve Witkoff, “il merito di aver posto fine alla guerra spetta a Trump”.

Il capo dello Stato Maggiore delle Idf, Herzi Halevi, ha notificato al Ministro della Difesa israeliano Israel Katz la sua scelta di dimettersi il prossimo 6 marzo. E' quanto fanno sapere i media israeliani.


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