Caso Regeni, il testimone Delta: "L'ho sentito mentre lo stavano torturando, si lamentava"

"Chiedeva di potere parlare con un avvocato e con l'Ambasciata".

(Prima Notizia 24)
Martedì 03 Dicembre 2024
Roma - 03 dic 2024 (Prima Notizia 24)

"Chiedeva di potere parlare con un avvocato e con l'Ambasciata".

"Ho sentito quando Giulio Regeni veniva torturato, si lamentava e parlava in arabo. Ricordo che lo vidi per la prima volta nel commissariato Dokki, eravamo stati arrestati entrambi il 25 gennaio del 2016.

Lui chiedeva di potere parlare con un avvocato e con l'Ambasciata".

E' quanto ha raccontato il testimone "Delta", ascoltato in modalità protetta nell'ambito del processo che vede sul banco degli imputati i quattro 007 egiziani accusati di sequestro di persona, tortura e omicidio per la morte di Giulio Regeni.

"In commissariato stava parlando con un ufficiale, era vestito con dei jeans e un pullover celeste - ha aggiunto il testimone, replicando alle domande del pm Sergio Colaiocco -. Poi ci hanno portato via, ci hanno fatto salire a bordo di un auto e ci hanno bendato gli occhi. Lui in auto ha continuato a chiedere di un avvocato, parlava in italiano. Io, che conoscevo la lingua per avere lavorato con una azienda italiana, l'ho fatto presente a chi era in auto ma mi hanno dati un pugno dicendomi: 'vuoi fare il traduttore, lui parla arabo meglio di te'".

"Siamo stati portati in un ufficio sicurezza dello stato, noto come il cimitero dei vivi. Giulio venne accompagnato nella sezione per gli stranieri. Non l'ho più visto ma sentivo quando veniva picchiato perché eravamo in stanze vicine: quando si tratta di torturare le persone questi non fanno differenze, non sono razzisti", ha aggiunto.


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