Alluvione in Spagna, 73 morti. Polemiche sull'allerta in ritardo

Il governo indice tre giorni di lutto nazionale.

(Prima Notizia 24)
Mercoledì 30 Ottobre 2024
Roma - 30 ott 2024 (Prima Notizia 24)

Il governo indice tre giorni di lutto nazionale.

E' salito a 73 morti (di cui 70 a Valencia, 2 in Castilla-La Mancha e 1 nella provincia di Malaga) il bilancio dell'alluvione che ha colpito le Comunità autonome di Valencia e Castilla-La Mancha, in Spagna. Molte persone risultano essere disperse e si registrano danni incalcolabili, a causa di questa tempesta che, ora, potrebbe colpire un'altra provincia, quella di Barcellona. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio.

Intanto, il governo spagnolo ha indetto tre giorni di lutto nazionale. Sempre l'esecutivo ha precisato che, attualmente, "non può fornire dati ufficiali sui dispersi".

Questo "dimostra la tremenda grandezza di questa tragedia", ha dichiarato il Ministro per le Politiche Territoriali, Ángel Víctor Torres, al termine di una riunione dell'unità di crisi per la gestione dell'emergenza.

I soccorsi continuano nel Sud e nell'Est del Paese, ma sono ostacolati dalle linee elettriche abbattute, che hanno causato blackouts, dalle reti telefoniche crollate e dalle strade che sono impraticabili. Per segnalare familiari di cui non si hanno notizie, la Comunità di Valencia ha attivato un numero telefonico, il 900365112.

A causare le piogge torrenziali è stato un fenomeno meteorologico noto con il nome di Dana, che nelle ultime 48 ore si è abbattuto sulla Spagna con forti piogge e venti.

Intanto, è scoppiata la polemica in merito alla gestione dell'emergenza da parte del Governatore della Comunitat de Valencia, Carlos Mazón, accusato di aver sottovalutato la situazione per tutta la giornata. Nel mirino sono finiti i ritardi da parte dell'amministrazione nello spiegare alla popolazione tutte le informazioni utili a mettersi in salvo.

Un primo allarme era stato lanciato ieri mattina alle ore 7 dall'Aemet, l'Autorità Meteorologica Nazionale, ma l'invito urgente da parte della Protezione Civile a non spostarsi in tutta la provincia è arrivato soltanto 11 ore dopo, quando ormai tutta la zona era stata travolta dalla furia dell'acqua.

Tutto questo, quando già il primo messaggio parlava chiaro: era previsto un rischio meteorologico estremo con "fenomeni non abituali di intensità eccezionale e un rischio molto alto per la popolazione". L'allarme, però, è stato completamente ignorato: in quel momento, Mazón stava partecipando ad un'iniziativa di promozione turistica.

Come prima reazione, il Governatore ha invitato, sui social, alla prudenza sulle strade. Poi, si è detto convinto che l'intensità dei temporali sarebbe diminuita nel pomeriggio. Invece, è accaduto il contrario: alle 11:50 l'Università di Valencia ha mandato un messaggio ai suoi dipendenti, avvisandoli di restare a casa, per precauzione. Alle 12 sono arrivate le prime notizie di esondazioni a Barxeta, a Ribera Alta, di fiumi come il Magro e lo Jucar.

Alle 16 il panico ha preso il sopravvento: tantissime persone hanno contattato il servizio di emergenza 112 perché bloccate in strada, nelle case invase dall'acqua o nelle residenze per gli anziani.

Le accuse contro Mazón, però, non riguardano soltanto i ritardi: in queste ore sono tante le persone che gli rinfacciano di aver eliminato, 4 mesi dopo essere stato eletto, l'Unità di emergenza valenziana, che serviva per le risposte e i soccorsi rapidi in caso di catastrofi.


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