Manovra, Giorgetti: "Il taglio dell'Irpef tutela i contribuenti con redditi medI"

"Il perseguimento di una politica di bilancio attenta non vuol dire che il governo non abbia cercato di dare risposte a esigenze profonde del Paese".

(Prima Pagina News)
Giovedì 06 Novembre 2025
Roma - 06 nov 2025 (Prima Pagina News)

"Il perseguimento di una politica di bilancio attenta non vuol dire che il governo non abbia cercato di dare risposte a esigenze profonde del Paese".

"Il perseguimento di una politica di bilancio attenta" non indica che con la manovra il governo non abbia tentato di dare "risposte a esigenze profonde del Paese". Così il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell'audizione sulla manovra.

Il ministro ha rivendicato quanto è stato fatto e ha citato, tra gli interventi nella legge di bilancio, quello dell'Irpef: la riduzione dell'aliquota dal 35 al 33% "tutela i contribuenti con redditi medi, ed estendendo la platea di chi aveva beneficiato del cuneo fiscale coinvolge il 32% del totale dei contribuenti", per un beneficio atteso, in media, di "218 euro all'anno", che arriva a "440 euro" per la fascia più alta.

Nella manovra, ha poi ricordato Giorgetti, sono previsti "interventi di carattere fiscale per famiglie, famiglie numerose, supporto alla genitorialità, sanità, imprese".

Il provvedimento "si inserisce in un quadro congiunturale incerto nel cui l'attenzione sulle politiche bilancio perseguita dagli Stati è molto elevata. Una politica di bilancio attenta a garantire la sostenibilità del debito e in linea con le regole di governance Ue può garantire una stabilità economica finanziaria del nostro Paese che si trova a rinnovare ogni anno 400 miliardi titoli debito pubblico", ha aggiunto, evidenziando che la legge di bilancio "conferma la strategia seguita dal governo negli ultimi 3 anni, un approccio che in periodo complicato" ha bilanciato il "supporto a specifici settori con l'esigenza di mantenere in ordine i conti pubblici".

"Un'attenta conduzione della politica di bilancio ha contribuito al recente miglioramento del rating e dei titoli del debito pubblico. I risultati riflettono la crescente credibilità sui mercati conquistati dall'Italia di cui hanno beneficiato anche le istituzioni finanziarie e le aziende. Il mantenimento di una politica di bilancio responsabile è un requisito fondamentale per il nostro paese", ha concluso il titolare del Mef.

"La differenza di regime fiscale potrebbe incidere negativamente incentivando il fenomeno delle locazioni brevi non dichiarate". E' quanto ha dichiarato Mauro Orefice, presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti, in audizione sulla manovra, commentando le misure della legge di bilancio sugli affitti brevi, che alzano l'aliquota della cedolare secca dal 21 al 26%.

In merito alla rottamazione, ha aggiunto, "la disciplina introdotta diverge parzialmente dai precedenti interventi normativi perché limita la possibilità di ricorrere alla definizione agevolata ai soli casi nei quali il contribuente ha omesso il versamento delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto, comunque oggetto di dichiarazione, e agli accertamenti formali e cartolari sulle dichiarazioni" ma "se anche il perimetro è limitato" il provvedimento "sconta, comunque, le criticità, più volte sottolineate dalla Corte, e, in particolare, la possibilità che la misura possa ridurre la compliance fiscale, il rischio che l'Erario possa diventare un 'finanziatore' dei contribuenti morosi, incentivando l'omesso versamento come forma di liquidità, l'incertezza sugli effetti sui saldi di finanza pubblica".

"L'evasione fiscale, come noto, danneggia la crescita e produce iniquità, sfavorendo le imprese e i cittadini onesti. La manovra apre a una nuova "rottamazione": uno strumento che in passato non ha accresciuto l'efficacia nel recupero di gettito". Così il Vice Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia Fabrizio Balassone, durante l'audizione sulla manovra alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Con la nuova definizione agevolata ci sarà "una perdita di gettito di 1,5 miliardi nel 2026 e 0,5 miliardi in media nei due anni successivi", ha aggiunto.

"Secondo i dati forniti dall'Agenzia delle entrate, al marzo di quest'anno i pagamenti effettuati sono nell'ordine della metà di quanto sarebbe stato dovuto per le varie edizioni delle definizioni agevolate. Problemi di riscossione analoghi potrebbero manifestarsi anche con la procedura prevista dalla nuova definizione agevolata", ha avvisato Balassone.

Si può prevedere che, in totale, gli interventi della manovra per sostenere le famiglie "non comportino variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito disponibile equivalente tra le famiglie", ha continuato. "La riduzione dell'aliquota dell'Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch'essi modesti", ha precisato.

Il taglio dell'Irpef "coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)", ha evidenziato, durante l'audizione, il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli.

"Ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità - ha aggiunto - emerge come oltre l'85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell'ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all'1% sul reddito familiare".


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