Emilia-Romagna, Musumeci: "Non credo di aver alimentato polemica, Stato verifica come sono stati spesi i soldi"

"Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene".

(Prima Notizia 24)
Venerdì 20 Settembre 2024
Roma - 20 set 2024 (Prima Notizia 24)

"Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene".

Continuano le polemiche tra il governo e la Regione Emilia-Romagna in merito all'uso delle risorse finanziarie per contrastare il dissesto idrogeologico, dopo i nuovi disagi dovuti all'ultima ondata di maltempo.

“In questo momento la polemica non serve assolutamente né credo di averla alimentata, ma, da Governo nazionale, voglio tendere la mano alle strutture del territorio, alla Regione, per dire: ‘Sediamoci attorno a un tavolo, ragioniamo confrontiamoci, lo Stato non eroga solo risorse, ma verifica anche come sono state spese”, ha dichiarato a Sky Tg 24 il Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci.

“La prevenzione infrastrutturale spesso non si può fare, non perché manchino risorse, non è questo il caso dell’Emilia Romagna, ieri mi sono limitato a dire che, a fronte di oltre 600 milioni erogati negli ultimi 10 anni, le infrastrutture avrebbero dovuto raggiungere un grado consistente“.

Il punto, ha evidenziato Musumeci, non è “quanto denaro è stato speso o non speso”, ma “capire da dove e come si è intervenuti e perché si continui a essere in emergenza”. “Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene, bisogna andare a monte”.

“È una inutile polemica, capisco che ci siano le elezioni e capita a destra e a sinistra di cogliere le occasioni, ma farlo con il Governo nazionale che ha dichiarato mobilitazione un’ora dopo e di essere pronto a dichiarare anche l’emergenza nazionale, mi sembra una ingratitudine da parte della Regione“, ha precisato il Ministro.

“Perché ogni volta che piove, c’è una alluvione sempre nella stessa zona? In 10 anni la Regione ha avuto 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio – ha dichiarato – Se ogni volta che piove arriva il finimondo, qualcosa non torna“.

“L’errore è che continuiamo a parlare del 2023 e per questo lasciamo il territorio scoperto e vulnerabile – ha evidenziato ancora Musumeci – cerchiamo di fare distinzione tra infrastrutturazione e manutenzione straordinaria e quella ordinaria – ha aggiunto – Le infrastrutturazioni legate all’alluvione del 2023 hanno visto la nomina di un commissario”. La costruzione delle “casse di espansione non sono un compito del generale Figliuolo”, ha continuato.

“L’Italia non è fatta per la prevenzione. Noi italiani siamo fatalisti, disincantati: ci commuoviamo di fronte a ogni tragedia, poi, dopo 25 ore, si apre il cantiere della rimozione della memoria. Ora c’è bisogno di un cambio di passo da parte delle Regioni e degli Enti locali. Lancio un appello alla collaborazione da parte del Governo nazionale e anche mio personale”, ha detto ancora il Ministro della Protezione Civile.

“Di commissari come quello per il ponte Morandi ne servirebbero 400, il problema esiste in tutte le Regioni – ha detto –. Il punto è che serve una nuova norma, che è quella di cui parlavo con il ddl ricostruzione che ristabilisce tempi, responsabilità e un processo di alleggerimento rispetto al peso burocratico delle procedure perché a volte ci sono autorizzazioni che richiedono tempi estenuanti”. “Il ddl in questione è già stato licenziato all’unanimità dalla Commissione competente con il voto unanime”, ha evidenziato.


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