Senigallia, il 15enne suicida in un sms: "Non ce la faccio più, il prof non mi aiuta"

Oggi i funerali del ragazzo. Sacerdote: "Facciamo fiorire in noi un nuovo senso di responsabilità, essere responsabili gli uni degli altri, esercitando l’arte a volte faticosa di ascoltare e farci capire".

(Prima Notizia 24)
Giovedì 17 Ottobre 2024
Ancona - 17 ott 2024 (Prima Notizia 24)

Oggi i funerali del ragazzo. Sacerdote: "Facciamo fiorire in noi un nuovo senso di responsabilità, essere responsabili gli uni degli altri, esercitando l’arte a volte faticosa di ascoltare e farci capire".

Il ragazzo di 15 anni morto suicida a Montignano di Senigallia (An) non voleva più tornare a scuola, a causa degli atti di bullismo che aveva subito.

“Non ce la faccio più”, avrebbe scritto negli ultimi messaggi WhatsApp inviati alla madre, spiegando di aver chiesto aiuto ad un insegnante di sostegno, senza però avere risposte. “Ho spiegato al professore che voglio andare via dalla scuola”, “ma lui non fa nulla”.

Tuttavia, il ragazzo, che si è suicidato domenica sera con la pistola del padre, non aveva mai detto esplicitamente di essere stato vittima di bullismo.

Oggi, intanto, si sono svolti i suoi funerali, a cui hanno partecipato centinaia di persone, molti dei quali giovanissimi. Per oggi, il Comune di Senigallia ha indetto il lutto cittadino. Il ragazzo è stato posto in una bara bianca, adornata da fiori dello stesso colore.

“Il regalo bello che possiamo fare a Leonardo – ha detto il sacerdote che ha officiato la funzione – è vivere il doppio, per noi e per lui quel pezzo di vita che non è riuscito a vivere”. Perché “la vita è bella, e una via d’uscita ai nostri problemi c’è sempre. Tante cose sono state dette in questi giorni.

Con calma e lucidità più avanti potremo fare luce sulle circostanze concrete delle sue sofferenze e della sua morte. Soprattutto facciamo fiorire in noi un nuovo senso di responsabilità, essere responsabili gli uni degli altri, esercitando l’arte a volte faticosa di ascoltare. Ma anche quella altrettanto faticosa di farci capire. Dispiegando gli uni verso gli altri accoglienza cordiale, rispetto delicato, capacità di empatia, di sensibilità e tenerezza. Perché la vita è fragile, da maneggiare con cura”, ha concluso l'officiante.


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