Omicidio Lorena Quaranta: confermato l'ergastolo per De Pace, "non ha ucciso per stress da Covid"

La 27enne era stata strangolata in piena pandemia.

(Prima Notizia 24)
Giovedì 28 Novembre 2024
Reggio Calabria - 28 nov 2024 (Prima Notizia 24)

La 27enne era stata strangolata in piena pandemia.

Ergastolo confermato per Antonio De Pace, l'infermiere del Vibonese che il 21 marzo 2020 uccise la sua fidanzata, la 27enne Lorena Quaranta, mentre erano in casa a Furci Siculo, nel Messinese, dove stavano trascorrendo il lockdown per la pandemia di Covid-19. E' quanto ha stabilito la Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria, secondo cui De Pace "non ha ucciso per stress da Covid".

La Corte reggina ha condiviso la sentenza della Corte d'Assise di Messina, che era stata annullata con rinvio lo scorso luglio dalla Cassazione, "limitatamente al diniego delle circostanze attenuanti generiche". Questa decisione deriva dal fatto che, secondo la Suprema Corte, i giudici messinesi non avrebbero considerato il fatto che De Pace sarebbe stato "stressato" dal Covid.

Questa tesi era stata sostenuta anche dalla Procura Generale di Reggio Calabria, che durante la requisitoria del sostituto pg Domenico Galletta, aveva chiesto di ridurre la condanna per De Pace a 24 anni di reclusione. Tuttavia, il riconoscimento delle attenuanti generiche non ha convinto la Corte d'Assise d'Appello reggina, presieduta da Angelina Bandiera (a latere il giudice Caterina Asciutto) che, dunque, ha confermato l'ergastolo per il giovane infermiere vibonese, che è stato difeso dagli avvocati Salvatore Staiano, Bruno Ganino e Marta Staiano.

Il 17 ottobre scorso, durante le loro arringhe difensive, gli avvocati di De Pace avevano chiesto una "pena proporzionata" e, condividendo quanto rilevato dalla Cassazione, avevano sostenuto che si era trattato di un crimine che "non può essere considerato di genere" perché è stato "un omicidio apparentemente senza causale se non quello dello stato di angoscia" che De Pace non aveva potuto controllare, tanto che aveva tentato il suicidio per due volte.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate nel giro dei prossimi 90 giorni. Soltanto in seguito sarà possibile capire se si aprirà un altro processo in Cassazione.


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