Giulia Cecchettin, la sorella: "Una sentenza giudiziaria non corrisponde sempre alla realtà dei fatti"

"Il non riconoscimento dello stalking è una mancanza di rispetto anche alla famiglia della vittima".

(Prima Notizia 24)
Mercoledì 04 Dicembre 2024
Venezia - 04 dic 2024 (Prima Notizia 24)

"Il non riconoscimento dello stalking è una mancanza di rispetto anche alla famiglia della vittima".

“Una sentenza giudiziaria non corrisponde sempre alla realtà dei fatti. Si chiama verità giudiziaria ed è quello che viene riportato dal verdetto. E basta”. E' quanto scrive, in una storia su Instagram, Elena Cecchettin, all'indomani della condanna all'ergastolo per Filippo Turetta.

“Non toglie il dolore, la violenza fisica e psicologica che la vittima ha subìto. Ciò che è successo non sparisce solo perché un’aggravante non viene contestata, o più di una”, prosegue.

La sentenza “non toglie nemmeno il dolore e l’ansia che ho dovuto subire io personalmente in quanto persona vicina a Giulia. Inevitabilmente le persone intime alla vittima vengono trascinate negli stati di ansia e turbamento. Chiaramente non sto insinuando che il dolore che abbia provato Giulia sia paragonabile, tuttavia è giusto ricordare che il non riconoscimento dello stalking è una mancanza di rispetto anche alla famiglia della vittima“, aggiunge. 

“Il non riconoscimento dello stalking (non parlo nemmeno dell’altra aggravante, perché si commenta da sola la situazione) è una ennesima conferma che alle istituzioni non importa nulla delle donne. Sei vittima solo se sei morta. Quello che subisci in vita te lo gestisci da sola”, continua.

“Quante donne non potranno mettersi in salvo dal loro aguzzino se nemmeno nei casi più palesi non viene riconosciuta la una colpa”, prosegue.


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