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"La crisi idrica ha messo a nudo inefficienze storiche. Va considerata uno stimolo ad accelerare i nostri programmi sulla valorizzazione della risorsa".
"La crisi idrica ha messo a nudo inefficienze storiche. Va considerata uno stimolo ad accelerare i nostri programmi sulla valorizzazione della risorsa".
Il Piano strategico regionale approda in Consiglio regionale con una relazione in aula del presidente della Giunta regionale, Vito Bardi. Il documento rappresenta uno strumento di pianificazione a lungo termine utilizzato dalle Regioni per definire obiettivi, priorità e azioni da intraprendere per lo sviluppo economico, sociale e territoriale. Il piano è fondamentale per guidare le politiche pubbliche e gli investimenti, assicurando che le risorse siano allocate in modo efficiente e che le iniziative siano coerenti con le esigenze e le potenzialità del territorio.
“Il piano strategico (2021-2030) – ha detto Bardi – analizza i fattori di ritardo nello sviluppo regionale, con macro-temi: tenuta demografica, coesione territoriale, valorizzazione del potenziale delle risorse endogene, declinati nei diversi ambiti della società e dell’economia, gli obiettivi da perseguire nel decennio. “Quando varammo il nostro Piano strategico – ha ricordato il presidente – uscivamo dalla emergenza Covid e vi era una viva attesa di un recupero veloce dell’economia con un clima di moderata fiducia nella ripresa economica e sociale proprio grazie al Pnrr. I dati tra il 2021 ed il 2023 di crescita del Pil e dell’occupazione, hanno effettivamente dato ragione sulla capacità di ripresa della Basilicata. Al di là di una narrazione catastrofica – ha sottolineato Bardi – gli indicatori fondamentali, davano ragione circa il miglioramento complessivo dello stato di salute della nostra economia”.
“La legislatura 2024-2029 è cominciata con un quadro modificato. Poche settimane dopo il varo del Piano strategico, il 24 febbraio del 2022, la Russia invadeva l’Ucraina, con molteplici conseguenze in tutta Europa. La sicurezza energetica e la difesa sono diventate priorità centrali, mentre la transizione verde e la digitalizzazione sono state adattate alle nuove esigenze legate alla crisi. Il 7 ottobre del 2023 i fattori di instabilità nel Mediterraneo si acuiscono con l’attacco dei palestinesi di Hamas ad Israele. La liberalizzazione del mercato dell’energia ha ridimensionato, nell’immediato – ha precisato Bardi – i benefici derivanti dal bonus gas, costringendoci a modificare il nostro piano per l’erogazione gratuita del gas, rallentandone lo slancio, senza tuttavia rinunciarvi in virtù di un nuovo accordo che metterà da gennaio tutti i lucani nelle condizioni di veder ridurre ulteriormente gli oneri accessori oggi applicati dalle Compagnie di vendita. Il secondo effetto l’aumento della produzione da fonti di energia alternativa che ci ha posto nelle condizioni di assecondare questo sviluppo e di cercare il più possibile di armonizzare l’interesse pubblico e gli interessi privati. Il riferimento è alla normativa approvata per impedire che le aree produttive divenissero grandi parchi fotovoltaici assorbendo tutti i lotti disponibili”.
Nella relazione il presidente ha toccato alcuni temi “caldi” del momento, a cominciare dalla crisi idrica e dalla vertenza Stellantis. Sull’emergenza idrica, in particolare, Bardi ha ribadito che ha assunto i caratteri di una priorità indifferibile. “Come le altre emergenze, quella idrica mette a nudo problematiche di sistema – ha detto – che per molti anni non sono state affrontate in modo sistematico come la tenuta degli invasi, infrastrutture mai collaudate, e sempre utilizzate parzialmente in aderenza ad una normativa precauzionale contro i rischi ma prive delle risorse finanziarie sufficienti per garantirne il ripristino e un ottimale funzionamento. Il caso dell’emergenza idrica ci fa assumere maggiore consapevolezza su un tema spesso affiorato nel dibattito pubblico nazionale, la questione manutentiva, di infrastrutture realizzate negli anni 60 e 70. Reti idriche che in Basilicata significano 13 mila km di condotte che spero – per chi lo ignorasse – danno il senso della difficoltà negli interventi. Purtroppo è capitato a me, ma poteva capitare a chiunque si fosse trovato al mio posto di affrontare la crisi della diga della Camastra, nel combinato disposto con la crisi climatica e con le criticità connesse alle altre fonti di approvvigionamento”. Sulla ristrutturazione di Acquedotto Lucano avviata da tre anni, Bardi ha sottolineato che “bisognerebbe fare un processo alla storia, non una Commissione di inchiesta, per capire come la questione manutentiva abbia sempre fatto a pugni con ristrettezze di bilancio e con continui ripensamenti sugli enti di governo dell’acqua. La questione idrica accanto alla sanità e al tema dell’occupazione – ha aggiunto il presidente – è la questione centrale di questa legislatura. L’emergenza idrica, paradossale per il nostro territorio mettendone a nudo inefficienze storiche, va dunque considerata uno stimolo ad accelerare i nostri programmi sulla valorizzazione della risorsa”.
Capitolo Stellantis. Il presidente ha sottolineato come la questione dimostri che la presenza di fatto monoculturale di un solo gruppo industriale può determinare crisi acute, non risolvibili su scala regionale. “Consapevolezza che – ha detto Bardi – ci ha spinti ad assumere un ruolo di protagonismo di un’azione concertata tra governo e Regioni. Vogliamo guardare con fiducia al cambio di direzione della multinazionale che, nell’incontro del 17 dicembre, si è impegnata nel triplicare i volumi di produzione a Melfi. Ho manifestato soddisfazione per l’impegno del Ministro Urso nel mettere a disposizione del settore automotive e della sua filiera oltre 1 miliardo di euro con il “Piano Italia” che peraltro prevede verifiche periodiche sugli impegni produttivi e sugli stabilimenti di Stellantis, azienda che da parte sua annuncia investimenti per 2 miliardi solo nel 2025 senza accedere ad incentivi pubblici”.
Il Piano strategico regionale da aggiornare, secondo quanto sottolineato da Bardi, dovrà dare orientamenti su un nuovo disegno di politica industriale, di attrazione di nuove imprese praticabili: “Penso alle opportunità derivanti dalla Zes, alla rinegoziazione con la Commissione europea della percentuale di aiuti per investimenti che oggi ci vede penalizzati. In questo orizzonte una ulteriore opportunità potrebbe derivare dalla Zes cultura e dallo sviluppo dell’industria culturale”.