Allergie: "stagione dei pollini" più lunga di 45 giorni a causa dei cambiamenti climatici

Pesanti conseguenze per i bambini affetti da asma e gli anziani.

(Prima Notizia 24)
Giovedì 20 Marzo 2025
Roma - 20 mar 2025 (Prima Notizia 24)

Pesanti conseguenze per i bambini affetti da asma e gli anziani.

I cambiamenti climatici, che determinano una riduzione delle giornate di gelo, hanno un impatto anche sulle allergie, allungando di più di un mese e mezzo la "stagione dei pollini", con conseguenze pesanti per coloro che ne soffrono, inclusi i bambini con asma, che sono 1 su 5 in Italia, e gli anziani con problemi respiratori il 17% degli over 65, tra i quali c'è un rischio più alto di morte per l'esposizione ai pollini, fino al 116%.

E' quanto segnalano gli esperti della Società italiana di allergologia e immunologia clinica (Siaaic), al congresso 'Libero Respiro', che si sta svolgendo a Cetara, in occasione della 18/ma edizione della Giornata nazionale del polline, promossa dalla Società italiana di aerobiologia, medicina e ambiente (Siama), in programma domani.

In un mondo che si sta riscaldando sempre di più, infatti, la stagione delle allergie diventa più lunga e più intensa, cominciando fino a 25 giorni prima in primavera e prolungandosi di circa 20 giorni in autunno. L'aumento è dovuto al maggior numero di giorni senza gelo nel 2023, quando ci sono stati dieci giorni senza gelo in più rispetto alla media del trentennio 1991-2020.

"Meno giorni con temperature sottozero - ha detto Vincenzo Patella, presidente Siaaic - danno più tempo alle piante di crescere e rilasciare i pollini. A causa del riscaldamento globale la stagione critica per le allergie è dunque destinata a diventare sempre più lunga, con il risultato che i sintomi sono peggiori e più duraturi per gli oltre 10 milioni di italiani che ne soffrono, costretti a protrarre le terapie".

Il cambiamento climatico, ha spiegato Patella, rende la stagione dei pollini più intensa per via dell'inquinamento che intrappola il calore: "Livelli più elevati di CO2 nell'aria possono aumentare la produzione di pollini nelle piante. A causa dei persistenti elevati tassi di inquinamento da CO2, secondo una ricerca americana del 2022, alla fine del secolo l'aumento della produzione di pollini potrebbe arrivare fino al 200%".

Gli esperti Siaaic, quindi, hanno diffuso un decalogo per ridurre la quantità di pollini nelle città senza rinunciare al verde pubblico, con provvedimenti riguardanti la scelta delle piante che producono meno quantità di polline, la falciatura, la gestione del verde pubblico di notte e nelle giornate poco ventilate.

I cambiamenti climatici e lo smog sono la causa di una maggiore diffusione delle allergie, che sono arrivate a colpire il 28% degli italiani, quasi uno su 3, anche senza predisposizione genetica. E' l'allarme lanciato dal presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic), Vincenzo Patella, e da Assosalute, associazione farmaci di automedicazione parte di Federchimica, che hanno analizzato tendenze e soluzioni per una gestione efficace delle allergie respiratorie, anche grazie all'ausilio dei farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino rosso sorridente sulla confezione.

"Negli ultimi anni, il numero di persone colpite da patologie allergologiche è aumentato vertiginosamente - ha spiegato Patella citando i dati Istat -. Se nel triennio 2018-2020 l'incidenza di nuovi casi era dell'11% all'anno, nel 2024 il dato era già al 16%. Oggi le riniti allergiche hanno un'incidenza complessiva che sfiora il 28%".

Sembra che il colpevole sia proprio il cambiamento climatico, che, con l'innalzamento delle temperature e la conseguente modifica dei ritmi naturali, sta anticipando e allungando la stagione delle allergie, con le prime manifestazioni a febbraio e le ultime a settembre.

"Quest'anno - ha aggiunto - la stagione pollinica è iniziata 25 giorni prima rispetto alle previsioni", confermando la modifica dei ritmi naturali, che comporta un notevole aumento di casi, anche e soprattutto in questa stagione 2025. Generalmente, l'ambiente pesa per il 70% sul rischio di sviluppare qualche allergia, la genetica per il 30%.

Tutte le fasce d'età sono interessate dalla rinite allergica, ma sembra che questa colpisca di più i bambini e gli anziani. Nello specifico, nei bambini è stato evidenziato un aumento di casi del 5-10%. Questo vuol dire che una persona predisposta potrebbe non sviluppare allergie se non esposta a fattori scatenanti come smog, acari, muffe o peli di animali.

Il Presidente della Siaaic e Assosalute hanno fornito 5 consigli per gestire al meglio le allergie respiratorie: intervenire subito alla manifestazione dei primi sintomi; controllare l'ambiente per identificare i periodi di maggiore suscettibilità; i vaccini antiallergici, iniziati già dall'età scolare, possono ridurre lievemente i sintomi e assicurare benefici a lungo termine; seguire un'alimentazione varia, ricca di cibi crudi, che aiuti al mantenimento di un microbioma sano, e fare attenzione alle etichette dei cibi; infine, per una diagnosi accurata si consiglia di consultare inizialmente il medico di famiglia. Se il disturbo ha natura allergica, è opportuno rivolgersi all'allergologo.


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